Folia Canonica 8. (2005)

STUDIES - Orazio Condorelli: Coesistenza di comunita di rito diverso nel medesimo territorio: principi canonici e frammenti di esperienze

12 ORAZIO CONDORELLI dürre alla imposizione di vescovi latini in Chiese dove la popolazione fosse di rito greco. Di fatto, tuttavia, il rifiuto dei presuli bizantini, a parte rarissime ecce- zioni, di dichiararsi soggetti e fedeli alia Sede Romana impedi che le preesistenti gerarchie potessero rimanere in carica nelle terre conquistate dai crociati11. 5. Il principio dell’unicità di giurisdizione incontrô, nei fatti, alcíme deroghe; e ciô avvenne sin dai decenni successivi al Concilio Lateranense IV. Un caso esemplare è rappresentato dalla vicenda di Cipro, dove, accanto ágii sforzi di in­serire la resistente gerarchia episcopale greca negli schemi fomiti dal canone Quoniam (i prelati greci come vicari dei vescovi latini), si registra, intomo alia metà del secolo XIII, 1’esistenza di una vera e propria gerarchia episcopale greca, facente capo ad un metropolita dello stesso rito, parallela alia gerarchia latina12. Non è casuale ehe ciô sia avvenuto durante il pontificato di Innocenzo IV, con il suo consenso e sotto il suo patrocinio. Non si tratta, infatti, di un evento isolato nella politica ecclesiastica di papa Sinibaldo Fieschi, figura tra le più attive nel negozio dell’unione con la Chiesa bizantina. Principi analoghi, intorno al 1247, ispirarono 1’azione di Innocenzo IV nelle trattative miranti a ricondurre nel seno della cattolicità romana il patriarca ortodosso di Antiochia13. E fra il 1250 e il 1254 fu il medesimo Pontefice a contemplare concretamente la possibilité della costituzione, a Costantinopoli, di una gerarchia patriarcale di rito greco coesi- stente con la gerarchia patriarcale latina14. La scomparsa dei fautori di questo progetto (Innocenzo IV e il basileus di Nicea Giovanni Vatatzes) e la riconquista bizantina della capitale dell’impero fecero perdere attualità ad un programma decisamente innovatore sotto il profdo dei modelli organizzativi. Se il progetto di Innocenzo IV avesse avuto buon esito, la giurisdizione episcopale sarebbe sta­ta definita non in funzione di un determinato territorio, in modo da comprendere tutti i fedeli esistenti in esso, ma in ragione di un certo rito. Tale soluzione avreb- be comportato la coesistenza di gerarchie delimitate sia su base territoriale - en- trambe insistono su un medesimo territorio - ehe con criterio personale — ciascu- na incorpora e governa i fedeli di un particolare rito —. 11 Sulla politica di Innocenzo III v. Condorelli, “Unum corpus, diversa capita ”, cit., 63-66,151 ; per una prospettiva di lunga durata v. G. Fedalto, Vescovi franchi, veneziani ed orientali nell 'oriente latino. Confronti e statistiche, in Bisanzio, Venezia e il rnondo fran- co-greco (XIII-XVsecolo). Atti dei Colloquio Internazionale organizzato nel centenario della nascita di Raymond-Joseph Loenertz o.p., Venezia, 1-2 dicembre 2000, C.A. Maltezou-P. Schreiner (curr.), (Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia-Centro Te- desco di Studi Veneziani, Convegni 5), Venezia 2002, 395-417. l2Cfr. CONDORELLI, “Unum corpus, diversa capita", cit., 73-91. l3Cfr. CONDORELLI, “Unwn corpus, diversa capita", cit., 55-59. l4Cfr. CONDORELLI, “Unum corpus, diversa capita", cit., 69-72.

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