Folia Canonica 8. (2005)
STUDIES - Orazio Condorelli: Coesistenza di comunita di rito diverso nel medesimo territorio: principi canonici e frammenti di esperienze
COESISTENZA DI COMUNITÀ DI RITO DIVERSO NEL MEDESIMO TERRITORIO 13 In quest’ordine di considerazioni appare particolarmente significativo che già Innocenzo III, unadecina di anni prima del Concilio Lateranense (1204), per favorire l’azione di riforma dei monasteri di rito greco in terra d’Ungheria avesse valutato l’ipotesi di costituire una diocesi ehe li ricomprendesse tutti15. Il problema organizzativo era scaturito da circostanze storiche evidentemente diverse da quelle ehe avevano ispirato il canone Quoniam. Per ragioni che non sono note l’originale formula organizzativa prefigurata da Innocenzo III non ebbe, tutta- via, attuazione. E comunque degno di nota che per sottrarre i monasteri greci alia giurisdizione degli ordinari diocesani II Pontefice non avesse previsto di fare ri- corso al privilegio di esenzione, modello istituzionale a quel tempo ampiamente radicato nella pratica ecclesiastica: egli aveva piuttosto considerato la possibilité di istituire una diocesi fondata su base non territoriale, ma personale, cioè in ra- gione del rito. 6. Ipontificati di Martino Ved Eugenio IV sisegnalano per una intensa attivi- tà mirante a promuovere la riunione con Roma delle Chiese separate. Con il Concilio di Firenze, e con le unioni che vi furono sancite, si apri una nuova fase. Fra il 1439 e il 1445 furono proclamate le unioni con i Greci, con gli Armeni, con i Copti giacobiti di tendenza monofisita, con i Siri, con i Caldei e Maroniti di Cipro16. Si trattô, per lo più, unioni effimere, prive di conseguenze durature sulla vita interna delle rispettive Chiese d’Oriente; furono, comunque, eventi ehe pro- dussero effetti sui modo in cui la coesistenza di comunità di diverso rito trovô disciplina nel diritto canonico e nelle pratiche di governo degli ordinamenti civili. Le esperienze storiche sono molteplici e variegate. Mi soffermerô su alcune vi- cende relative a comunità di fedeli orientali in situazione di diaspora. 7. In deroga al principio stabilito nel Concilio Lateranense IV, una duplice ge- rarchia episcopale fu costituita nella diocesi di Caffa in seguito alia riunione degli Armeni con Roma conclusa nel Concilio di Firenze (1439-1475)17. L’assetto voluto da Eugenio IV rappresentava pertanto, sotto il profdo organizzativo, un frutto dell’avvenuta unione. In ragione di una forte presenza di mercanti genove- si, nonché di missionari francescani e domenicani, la città di Caffa, in Crimea, era stata eretta in diocesi nel 1322. Nel variegato panorama umano della città di Crimea si trovava una consistente comunità di fedeli di rito armeno, ehe riconol5Cfr. Condorelli, “Unum corpus, diversa capita ”, cit., 130-133. 16 Cfr. COD 523-528 [Definitio sanctae oecumenicae synodi Florentinae; unione coi Greci, 1439); 534-559 [Bulla unionis Armenorum, 1439); 567-583 [Bulla unionis Copiorum, 1442); 586-589 [Bulla unionis Syrorum, 1444); 589-591 [Bulla unionis Chaldeorum Maro- nitarumque Cypri, 1445). l7Cfr. CONDORELLI, "Unum corpus, diversa capita", cit., 135-139, con la letteratura ivi citata.