Folia Canonica 5. (2002)

STUDIES - Natale Loda: La formula sicut pater et caput relativa al Patriarca mel c. 55 CCEO e le sue implicanze giuridiche

LA FORMULA SICUT PATER ET CAPUTNEL C. 55 CCEO 111 et caput che riunisce il rapporta del potere pubblico e privato nelTorganizzazio- ne familiare, nella fattispecie la Ecclesia sui iuris patriarcale, che nello stesso tempo ha un carattere privato16 e pubblico, fondato su un principio autoritativo. Nella patristica se Giustino e Clemente d’Alessandria usano il termine pater per indicare il fondatore di una scuola filosofica o di un sistema gnostico,17 in se- guito taie titolo si ritrova dato al vescovo18 quale “maestro e padre dei cristia- ni”.19 I Cristiani iniziano ad usare il termine pater sia per indicare gli apostoli20 ma anche i vescovi ehe sono dottori délia Fede. Il vocabolo perô in accezione più fa­miliare non ufficiale ma popolare si trasformerà in papa indicante sempre il Ve­scovo21 ed in seguito anche i preti.22 Nel mezzo del IV secolo il termine pater si applica ai Vescovi riuniti in Con­cilio ma anche ai Vescovi presi singolarmente laddove l’accordo dottrinale di- viene garanzia dell’ortodossia.23 Rileva nelle Pseudo- Clementine24 25 la riunione tematica del pater et caput che risulta parallela ma alquanto divergente ponendo l’accento ai compiti del Vescovo quali il govemo o munus regendi.15 Tale compi­Augusto a Diocleziano in Iura 31 (1980) 37-100. F. De Martino, Famiglia (Dir. Rom.), in Novissimo Digesto Italiano, VII, Torino 1961,42-46; E. Volterra, Famiglia (Dir. Rom.), in Enciclopedia del Diritto, XVI, Milano 1967, 723-744. 16 Non nel senso di una appartenenza o proprietà. 17 G. Archambault (par), Justin, Dialogie avec Tryphon, Paris 1909,2,2 8-9; 3,7 18-19; 35,6 160-161; Q. Cataudella (acuradi), Clemente Alessandrino, Protreptico ai Greci, To­rino 1940, V, 66,4; 11,13,5. 18 P. T. CAMELOT (par), Ignace d’Antioche Polycarpe de Smirne, Lettres Martyre de Pol- ycarpe, Paris 1998, 224-225, Martirio di Policarpo 12,2. 19 A. Hamman, Père-Pères de l’Église, in Dictionnaire Encyclopédique du Christianisme ancien,Vans 1983,11, 1992-1993. 20 Clemente, Epistola ai Corinzi 62,2 in A. JUBERT (par), Clément de Rome, Ëpître aux Co­rinthiens, Paris 1971, 198—201. 21 Taie accezione indica il vescovo quale padre della comunità tanto che nella “Passione di Perpetua e Félicita” 13,1 si ritrova la prima attestazione in tal senso nel III secolo. Cosi E. Cattaneo (a curadi), I ministeri nella Chiesa antica. Testi Patristici dei primi tresecoli, Mi­lano 1997,501. E. Cattaneo specifica altresi come Cipriano e Comelio non usino mai taie ter­minológia nelle loro lettere, 58 nota 19. 22 In seguito anche nel manicheismo si avrà taie estensione verso gli abati e gli asceti. G. J. M. Bartelink (a cura di), Palladio, La storia Lausiaca, Milano 1990, cap. 17,70 e ss. 23 J. Mossay-G. Lafontaine (par), Grégoire de Nazianze, Discours 24-26, Paris 1981, 174-177 Oratio 25,8.Si ricorda corne nelle controversie del V secolo si invocasse Fautorità dei Padri, in Mansi vol. IV., 1183-1195. 24 Omelia 3, 63-64. 25 Cattaneo, Iministeri (ni. 21), 702-703: “3,63,1]....Ma Zaccheo, gettatosi ai suoi piedi, lo pregava di scioglierlo [dall’onere] dei comando, promettendogli con queste parole: ‘tutto ciô ehe il capo deve fare lo farô; concedimi soltanto di non avere questo nome; temo infatti di

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