Folia Canonica 4. (2001)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE - Janusz Kowal: "Causa efficiens" del matrimonio, con uno speciale riguardo al dibattito nel contesto del CCEO

242 JANUSZ KOWAL proprie, è Dio, ma ciascun matrimonio concreto viene all’esistenza soltanto tramite il consenso delle parti.17 La dottrina, da parte sua, pure segue il principio «consensus facit nuptias» sin dall’inizio della riflessione sui matrimonio. Le prime tracce le troviamo già nei Padri della Chiesa, per esempio S. Ambrogio18 o S. Giovanni Crisostomo,19 per i quali il vincolo matrimoniale viene posto in essere grazié alFatto di volontà delle parti - anche se essi si differenziano nell’ identificare l’atto o momento nel quale il consenso viene esteriorizzato.20 Poi, in una approfondi ta elaborazione scientifica dei matrimonio avvenuta già agli inizi della scolastica, la causalité efficiente del consenso matrimoniale quale atto di volontà umana viene mostrata in modo ancora più esplicito. Grandi autori di questo periodo, come Pietro Lombardo,21 Graziano22 o S. Tommaso,23 di solito applicano il concetto di causa efficiente al consenso “come l’interpre- tazione ovvia del verbo facit del principio romano consensus facit nuptias".24 La stessa elaborazione scientifica, applicando al matrimonio tutte e quattro le cause aristoteliche, mette in risalto ehe i ministri di questo sacramento sono gli sposi stessi. Una volta accertata la causalité efficiente del consenso, nonché 17 Concilium Vaticanum II, cost. Gaudium et spes, 7 dic. 1965, n. 48: «L’intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita coi patto coniugale, cioè con 1’irrevocabile consenso personale. E cosi, dall’atto umano coi quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono, nasce, anche davanti alia société, un istituto che ha stabilité per ordinamento divino». 18 S. Ambrosius, De Institutione Viriginis, n. 42, in PL 16, 316: «Cum enim initiatur coniugium, tunc coniugii nomen adsciscitur: non enim defloratio virginitatis facit coniugium, sed pactio coniugalis». 19 S. IOANNES Chrysostomus, Hom. in Evangelium Mathaei, Horn. 32, in PG 56, 802: «matrimonium non facit coitus sed voluntas». 20 Per la sintesi della concezione nei Padri della Chiesa védi: A. Rava, Il requisito della rinnovazione del consenso nella convalidazione semplice del matrimonio (can. 1156 § 2), (Tesi Gregoriana, Serie Diritto Canonico 49), Roma 2001, 28-32. 21 P. Lombardo, Lib. IV Sent., dist. 27, c. 3, n. 2: «Ait enim Isidoras: “Consensus facit matrimonium”. [...] Item Ioannes Chrysostomus: “Matrimonium quidem non facit coitus, sed voluntas” [...]. Item Ambrosius: “Non defloratio virginitatis facit coniugium, sed pactio coniugalis”. — Ex his apparet quod consensus, id est pactio coniugalis, matrimonium facit». 22 Grazianus, Decretum, C. 27, q. 2, c. 1, dictum ante: «Fuit enim inter eos consensus, qui est efficiens causa matrimonii, iuxta illud Ysidori: “consensus facit matrimonium.”». 23 S. Thomas, Summa Theol., Suppi, q. 45, a. 5, sed contra: «Posita causa, ponitur effectus. Sed causa efficiens matrimonii est consensus per verba de praesenti expressus. Ergo, sive fiat in publico sive in occulto, matrimonium sequetur». Ovviamente anche gli autori posteriori seguono l’insegnamento di Pietro Lombardo, Graziano e S. Tommaso. Per es. Tommaso Sánchez, alla domanda: «An mutuus contrahen­tium consensus sit necessarius ad matrimonium eiusque causa efficiens?», risponde: «Con­clusio est affirmativa [...] quia matrimonium est mutua traditio corporum, et quod est unius non traditur alteri absque proprio consensu.» (T. SÁNCHEZ, De Sancto Matrimonii Sacra­mento disputationum, Venetiis 1712, 2, 25, 1). 24NAVARRETE, II matrimonio (nt. 2), 127.

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