Folia Canonica 4. (2001)
PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE - José T. Martín de Agar: Norme delle conferenze episcopali sul matrimonio misto
230 JOSÉ T. MARTIN DE AGAR Svizzera). La Conferenza canadese chiede ehe questa promessa venga fatta dal cattolico dopo avere discusso in merito con il non cattolico. La conferenza dei Vescovi della Francia nel suo lungo documento sui matrimoni misti affronta la questione con ampiezza e sincerità: “Feducazione dei figli sarà spesso la questione più delicata. I fidanzati devono sapere ehe entrambi sono insieme responsabili di questa educazione e ehe la devono portare avanti in spirito di apertura, di comprensione, di rispetto, affinché i loro stessi figli diventino artefici della riconciliazione tra gli uomini, la quale il cristiano sà ehe è stata compiuta in Gesù Cristo. “Il cattolico riconoscerà che per la sua fede egli è tenuto in coscienza all’impegno grave di fare tutto ciö che da lui dipende perché i suoi figli siano battezzati ed educati nel la stessa fede, cosî ehe essi possano partecipare alla vita cultuale e sacramentale della Chiesa cattolica. “La parte non cattolica sarà lealmente informata, con tutta la delicatezza occorrente, di questi obblighi ehe incombono alla comparte e delle loro moti- vazioni. “La grave decisione riguardante il principio del battesimo e, all’occorrenza, la scelta di una determinata Chiesa o comunità per il bambino, deve essere presa di comune accordo, nel rispetto reciproco delle coscienze. Non si puö escludere il caso in cui questa approfondita riflessione conduca alfimpossibilità di conciliare il mutuo rispetto delle coscienze oggettivamente informate, sia per quanto attiene la professione della fede, sia in riguardo al battesimo ed educazione dei figli e, di conseguenza, porterebbe una o faltra delle parti a rinunciare libera- mente al progetto di matrimonio. A parte questo caso, l’adempimento della promessa richiesta al cattolico puö talvolta mettere in pericolo i béni essenziali del suo matrimonio, specialmente l’unità della coppia e la pace profonda del focolare. Si puö allora ammettere ehe per quanto questo obbligo, ehe rimane sempre, sia grave, la sua attuazione non si puö esigere, sottolineando ehe ‘fare quanto da lui dipende’ non significa per il fidanzato o per la comparte una pura alternativa di tutto o niente”.33 Nel Direttorio ecumenico si segnala ehe “l’Ordinario del luogo, per vagliare l’esistenza o meno di ‘una causa giusta e ragionevole’, in vista di concedere il permesso del matrimonio misto, terrà conto, tra l’altro, di un rifiuto esplicito della parte non cattolica” (n. 150). Infatti, come detto sopra, la valutazione della causa dispensandi va fatta “tenuto conto delle circostanze del caso e della gravità della legge dalla quale si dispensa” (c. 90), pertanto l’atteggiamento del non cattolico avrà un suo peso nella decisione dell’Ordinario del luogo.34 33 Les mariages mixtes, Perspectives générales, in Martín DE Agar, Legislazione delle Conferenze (nt. 14), 260-261. Il Testo comune cattolico-valdese metodista, firmato in Italia (n. 2.4) e il relativo Testo applicativo (n. 39) auspicano ehe la coppia décida liberamente di comune accordo.