Folia Canonica 4. (2001)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE - José T. Martín de Agar: Norme delle conferenze episcopali sul matrimonio misto

CONFERENZE EPISCOPALI SUL MATRIMONIO MISTO 229 dispensa sarà subordinate” all’impegno che l’uomo non cattolico deve prendere di permettere alla moglie di praticare la sua religione, di non sottoporla a riti e cerimonie contrarie al cattolicesimo né di fare pressione su di lei o obbligarla a diventare protestante o musulmana e di permetterle di educare i figli cristiana- mente.31 In questa linea la Conferenza episcopale Inglese chiede al sacerdote di aggiungere la sua opinione se il non cattolico vorrà rispettare gli impegni della parte cattolica in modo taie da non renderli vani. Com’è noto, nel Codice del 1917 queste assicurazioni dovevano essere date dalla parte non cattolica. Il fatto ehe oggi si chiedono solo alla parte cattolica risponde al rispetto dovuto alla coscienza e alla sensibilità religiosa del non cattolico, che perö deve essere informato degli impegni assunti dalla comparte; questa informazione ha anche il valore di un richiamo a rispettarne la libertà religiosa, rispetto ehe essendo una esigenza della dignità umana potrebbe essere richiesto anche impegnativamente. 5. Il battesimo e l’educazione cattolica dei figli A sua volta, il tema del battesimo e dell’educazione della prole pone un problema oggettivo “veramente difficile” (corne si legge nel mp. Matrimonia mixta), dato che essa spetta in parità a entrambi i coniugi come diritto e dovere (c. 1135), quindi l’impegno del cattolico di fare quanto possibile deve essere inteso entro le esigenze della pari dignità dei coniugi e dell’armonia familiare, tenendo conto “che anche la parte non cattolica puo essere tenuta a un obbligo analogo in forza dei proprio impegno cristiano”.32 Che il problema non è facile lo attestano alcuni decreti di Conferenze episcopali, nei quali si prevede ehe se dall’unione non si aspetta ehe possa nascere proie, non c’è bisogno della promessa a riguardo (Austria, Ungheria, 31 Per i matrimoni tra parti cattolica e musulmana M. Borrmans suggerisce delle dichia- razioni da sottoscrivere da ciascuna di esse, al fine di garantire la validità e l’armonia tra la coppia cf. Osservazioni e suggerimenti a proposito dei matrimoni misti tra parte cattolica e parte musulmana, in Quaderni di diritto ecclesiale 5 (1992) 331-332. Anche la Conferenza episcopale dell’Austria richiede perla dispensa dali’impedimento di disparità di culto che la parte non battezzata dichiari, per lo meno oralmente, di voler rispettare la libertà della parte cattolica di praticare la sua religione e di non ostacolare il battesimo e l’educazione cattolica dei figli. Che se non volesse farlo, il sacerdote consegnerà questo fatto nella pratica indicando anche le moti vazioni del rifiuto cf. Dekret über die rechtliche Ordnung religionverschiedener Eheschließungen nach dem neuen kirlichen Gesetzbuch, in Amtsblatt der Österreichischen Bischofskonferenz, n. 2, 1. Juni 1984, 16-17. Propone anche una dichiarazione d’intenzione delle parti la Conferenza episcopale spagnola cf. Orientaciones para la celebración de los matrimonios entre catôlicos y musulmanes en Espaha, in Boletin Oficial de la C.E. Espahola (1988) 67-68. 32 Direttorio ecumenico, n. 150.

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