Folia Canonica 2. (1999)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE. - Domingo J: Andrés Gutiérrez, Istituti regliosi clericali e laicali nuove nozioni e differenze

ISTITUTI RELIGIOSI CLERICALI E LAICALI 345 1) L’insieme déllé fonti del c. 588 sulla distinzione fra IVC clericali e laicali, e prima ancora suile nozioni di entrambi, rafforza compattamente l’intero testo della norma. Alcune fond illustrano in maniera convergente la verità che la condizione definitoria degli IVC basata nel fatto ehe “plerique ” dei suoi membri siano chierici o laici, è stata soltanto sottintesa e non abrogata né derogata, perché dovendo i professi essere in funzione servizievole e organica di un carisma e patrimonio clericali o laicali, per forza si vuole ehe “plerique” di loro siano rispettivamente chierici o laici, altrimenti il carisma non potrebbe essere ben servito, ma trascurato e tendenzialmente tradito, facendo tendere progres- sivamente l’Istituto verso la sterilità, la contraddizione con se stesso e in definitiva la scomparsa. D’altra parte, insistono ripetitivamente ehe é sempre il sacramento dell’ordine a creare la differenza radicale e insormontabile fra Istituti clericali e laicali; e questa differenza vuol dire, sui piani della missione e del regime interno, che né missione né governo fondazionali, tradizionali e riconosciuti come tali dalla Chiesa, potranno essere svolti in forma doverosa ed efficace, se non vengono riservati in senso stretto e prevalente ai soli chierici; ovviamente si deve sostenere lo stesso ed in forma positiva rispetto agli Istituti laicali: se il loro carisma é genuinamente laicale, hanno inderogabile bisogno ehe “plerique” dei loro membri siano laici e ehe questi laici, se vogliono trascrivere e vivere efficacemente il proprio carisma, agiscano da laici genuini e non da nostalgici né da aspiranti a chierici. In entrambi casi puo darsi la mistura compositiva “clericale-laicale” o “laicale-clericale”, purché: 1°) si ammetta ehe la sola mistura é impotente per far sorgere un IVC misto ancora inesistente e inammesso dall’attuale ordinamento; 2°) si ammetta ragionevolmente che per un IVC con carisma laicale “plerique” dei suoi membri devono essere laici; e per uno clericale, chierici; 3°) si ammetta, infine, ehe, con assoluto rispetto degli uguali doveri-diritti derivanti dalla uguale professione, tanto é vero che i laici si trovano in funzione dei chierici negli IVC clericali, come lo é che i chierici si trovano in funzione dei laici negli IVC laicali. 2) La novità positiva ed emergente degli IVC laicali dev’essere rintracciata, documentata e illustrata, senz’altro con la nuova nozione vincolante dei c. 588 § 3. Ma questa nuova nozione, deve essere illuminata ed integrata: 1°) mediante la complessa nuova dignità attribuita al laico visto come persona singola e come membro potenziale degli IVC laicali, dignità proveniente da una sua più intensa partecipazione ai “munera regendi, docendi et sanctificandi” della Chiesa, e per forza delle cose, tendente inequivocamente a cambiare la fisionomia e identité degli IVCR laicali; 2°) mediante la ricca nuova nozione di IVCR laicale fornita dal c. 676 costruita intorno alia missione pastorale; cosi, al nuovo statuto canonico dei laico considerato come persona singola, bisogna aggiungere lo statuto missionale, pastorale e apostolico degli Istituti laicali. Per certi versi, questa promozione dei laico e degli Istituti laicali, in quanto ha intensificato la

Next

/
Thumbnails
Contents