Folia Canonica 2. (1999)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE. - Domingo J: Andrés Gutiérrez, Istituti regliosi clericali e laicali nuove nozioni e differenze

ISTITUTI RELIGIOSI CLERICALI E LAICALI 315 1. CIC 1917, c. 1071 2 Sebbene possa sembrare fonte lontana o inattinente al tema della distinzione fra IVC clericali e laicali, tuttavia, nel dichiarare ehe tanto i chierici quanto i laici possono di ventare religiosi, manifesta la verità radicale compositiva che si trova alla base della differenziazione; e difatti, la presenza esauriente, o almeno prépondérante di uni o di altri, farà emergere la distinzione, dal momento che se l’IVR é laicale, non sono precisamente i chierici i membri più adeguati per eseguire i fini squisitamente laicali ehe costituiscono il carisma fondazionale dell’IVCR approvato dalia Chiesa come laicale; e viceversa, se per fondazione e per riconoscimento della Chiesa, 1TVCR clericale deve inderogabilmente fare opere ancorate e derivate dal sacramento dell’ordine e deve affidare il governo a chierici, per niente sono i laici in numero non adeguato a questo scopo i membri ehe potranno coerentemente adempiere a questo scopo. Di conseguenza, solo con una certa leggerezza si puö sostenere che, dal fatto che il legislatore abbia taciuto il criterio della preponderanza dei membri chierici per definire gli IVCR clericali, questo criterio sia stato abrogato e non conti ancora decisivamente molto; credo ehe, invece, si debba sostenere ehe un IVCR clericale, definito e approvato oggi a tenore dei c. 588 § 2, ehe abbia un numero di chierici notevolmente inferiore al numero dei laici, farà camminare la propria vita per un binario non coerente con il proprio carisma, avrà poco avvenire e tenderà inevitabilmente alla scomparsa, dimostrando ancora ehe la mera pro- porzione fra chierici e laici é tuttora un criterio definitorio e distintivo assolu- tamente valido e da non trascurare. 2. C1C 1917, c. 488.4°3 Quanto detto immediatamente prima, trova opportuno riscontro in questa fonte ehe definisce gli IVCR clericali quelli di cui “plerique sodales sacerdotio angentur”. Sono, quindi, due fattori concatenati a creare la differenza: il primo, il sacerdozio; e il secondo, ehe questo sacerdozio sia presente in almeno la stramaggioranza dei professi. Il collegamento fra i due fattori, appare logico e ferreamente stabilito in maniera tale ehe, qualora un IVCR perdesse questa proporzione fra i membri chierici e laici, non dimostrerebbe affatto la incoerenza 1 Tutte le fonti, insieme ai testi dei canoni di tutti i Codici ehe finora ha avuto la Chiesa, si possono trovare, in X. Ochoa-D. J. Andres, Leges Ecclesiae post Codicem iuris canonici editae, 8 vol. (1917-1995), Roma, Per i Codici, cf. vol. VII 1994. 2 Ex divina institutione sunt in Ecclesia clerici a laicis distincti, licet non omnes clerici sint divinae institutionis; utrique autem possunt esse religiosi (c. 107 CIC 1917). 3 (veniunt nomine) religionis clericalis, religio cuius plerique sodales sacerdotio angen­tur; secus est laicalis (c. 488^t° CIC 1917).

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