Folia Canonica 2. (1999)
STUDIES - Manlio Bellomo: Appunti per una metodologia della ricerca storico-giuridica
APPUNTI PER UNA METODOLÓGIA 19 ad altri, come un figlio o un fratello somiglia ai genitori o ai fratelli, ma non è identificabile né confondibile con altri, perché solo per un’illusione storiografica si puö pensare che insieme con altri possa rappresentare la realtà di un’unica medesima opera.21 Che cosa possiamo dunque immaginare ehe sia accaduto? Per restare nel nostro esempio, Alberto ha raccolto in una sua antelogia quaestiones attinenti al diritto penale. Ha adoperato la sua antológia per anni, e di anno in anno, di tempo in tempo, vi ha aggiunto o tolto qualcosa. Altri hanno copiato, di anno in anno, di tempo in tempo, quanto Alberto teneva sotto mano, ed è ovvio che hanno copiato quel che trovavano nell’anno e nel tempo in cui copiavano, e mai tutto e mai in modo perfetto. Ma anche chi ha copiato ha compiuto la sua opera, perché alla trama tratta da Alberto Gandino ha aggiunto o tolto qualcosa di suo o di altri, di tempo in tempo, ed ha lasciato anche che altri copiassero, e cost via. In questo quadro gli exemplaria consegnati agli stationarii peciarum costi- tuiscono una povera e modestissima cosa nel confronto con la quantité déllé varie antologie circolanti: è vero ehe come exemplaria erano i “modelli” per eccellenza per chiunque avesse voluto possedere una copia dei Tractatus de maleficiis di Alberto Gandino, ma è anche vero che nessuno dei fruitori, dopo avere ottenuto la copia, si limitava a possederla senza intervenire su di essa. E dunque si innescava nuovamente, anche per questa via, il processo di fluidité e variabilité, nei molteplici sensi di cui ho pariato all’inizio. Ora è tempo di concludere. E sia consentito di pariare di sensazioni e di emozioni. Sono quelle che ciascuno di noi prova quando prende fra le mani un manoscritto. La prima e più forte sensazione è di toccare con le dita, di avere un contatto fisico con una creatura: una creatura ehe non ha smesso di vivere, alia cui nascita hanno concorso persone diverse, morte e seppelite da tempo immemorabile, eppure presenti ancora per quel poco che della loro operosité hanno lasciato nel manoscritto per il quale e sul quale hanno lavorato, per prepararne la pergamena, per confezionarlo, pertracciare su di esso le righe e scrivere le parole. 21 Posso appena ricordare quanto complesso e dibattuto sia il problema metodologico nella storiografia della filológia contemporanea a cominiciare da G. PASQUALI, Storia della tradizione e critica del testo (la ed. Firenze 1934; 2a ed. Firenze 1962). Stimolanti riflessioni sono poi seguite in varie forme e direzioni e per differenti tematiche: vd. fra tanti S. Timpanaro, La genesi del metodo del Lachmann (del 1963) Padova 1981 : [trad, tedesca col titolo Die Entstehung der Lachmannschen Methode, D. IRMER (cur.) Hamburg 1971]; Id., ‘Critica testuale’, Enciclopedia Europea 3, Milano 1977,914; S. Caprioli, ‘Satura Lanx 16. Fine della stemmatizzazione. Struttura fondamento funzione degli stemmV, in Studi Senesi, Ser. Ill, 30 (1982) 403-424; C. Leonardi, ‘La filológia mediolatina’, in La critica del testo mediolatino, Atti del Convegno di Firenze, 6-8 dicembre 1990, C. Leonardi (cur.), (Biblioteca di Medioevo Latino 5), Spoleto 1994, 11-27, nonché gli altri saggi raccolti nel medesimo volume.