Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1943

60 badia, che fu poi deva&tafc nel 1030 dai Normanni. II 9 sette-mbre 1349 il monasftero crollô per un terribile terremoto; nel 1366 il papa Urbano V chiamö tutti i monasteri a cooperare alla riedifica­zione deirarchicenobio. Verso la fine del secolo XVIII l'abbazia fu poco meno che saccheggiajta per opera dei soldati francesi del ge­nerale Championnet; col ritorno' della monarchia borbonica essa riebbe i suoi pieni diritti e parte delle sue rendite. In quesío témpo esercitô anch'essa notevole influenza sulla educazione degli spiriti all'idea dell'uràtà nazionale. L'abate Luigi Tosti è un nome che da solo vale a documentare un mirabile fervore di italianità. Soppresse la congregazione per le leggi eversive del 1866, Montecassino fu poi riprisíinato come convento e collegio educativo. Co, si Montecassino ha conosciuto lö schianto e la rovina, ma sempre è risorto, rinnovellato e ingigantito. Montecassino, ramo fiorente e fecondo della chiesa di Cristo» ha in sè una delle virtù essenziaU della chiesa medesima: la sua divina virtù di costruzione e di ricosítruzione. Quelle che uno storico insigne illustré sugge­«tivamente, definendo la chiesa »la grande recommenceuse«. Montecassino è la Chiesa! Ad ogni volta della storia — della storia della Chiesa e di quella della civiltà — quando, sottoí le leggi inesorabili della natura e della grazia — le cose cadono, consumate dalla senilità o colpite dal peccato o distrutte dalia perfidia umana ; quando, sotto i crolli spesso smisurati di istifcuzioni e di situazionj cha parvero indistruttibili ed insostituibili, gli uomini, i super­stiti della catastrofe, restano desolati e spauriti fra i rottami,... allora la Chiesa li raccoglie piamente intorno íall'altare e poi li guida a riprendere le v,ie della vita. La Chiesa è »la grande ri c om in ci actrice « perché è immortale e ,sa di non poter morire. Montecassino vive come la Chiesa, deve vivere, deve veder morire tutte le cose che muoiono, e 6ono tuUbè; deve veder nascere tutte le cose che nascono, per morirè, alla loro volta, nel giorno .segnato. La Chiesa è l'immortalité nella storia: ques/to è il miracolo permanente della vita ^di essa, un miracolo che, ad ogni giorno che passa, si dimoaftra più grande, più splendido, più eloquente. Mentre la guerra minaccia di farsi più>spietata e più disuma­mana, eccitando dal fondo bestiale della coscienza dimentica di Dio, tutte je passioni del bruto, ebbre di dissolvimento, gli uomini, il mondo (tutfto, anche ,sotto la raffica delle rovine, pensano alla rico­struzione, jiivocano il ritorno alla vita e cercano la Chiesa. Nell'ode cristiana di Carducci, la poesia gagliarda della gran­de ricominciatrice è evocata mirabilmente sul quadro di uno deî tempi più gloriosi della civiltà cristiana. Sulle rovine del fosco medioevo, dilanWto dal flagello del ferro edel fuoco, non reste che la Chiesa. E' la piccola chiesa di Polerita, èJLa grande Chiesa di Cristo: i »E qui percossi e dispogliati anch'essi i percussori e spoglialtori un giorno vengono ...«

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