Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1942

49 MARMI di ROMA Dal sacro suol che le romane genti vide levarsi a conquistare il mondo, sorge e s'effonde co' piü fieri accenti inno giocondo. Inno di forza, di potenza e glória, eco superba del piü grande Impero, di ciii eccelsa scrissero la storia Cesare e Piero. Tra' monumenti, o Roma, e i templi e l'are, vestigia d'arte e civiltà tu estolli, la tua grandezza per immortalare sui sette colli. Dal Campidoglio che l'aprile infiora e dagli archi, segnacolo di vite, giunge tua voce e seinpre ci rincuora, popol quirite. E dove il sol d'itala vita accende ai cuori, ai fori petti una scintilla, sempre il tuo genio imperituro splende alto e sfavilla. Sul Sacro Monte, ove di pio lavoro di Benedetto ai salmodianti figli freme divina la gran messe d'oro fra rose e gigli, qui tra festosi e giovanili incanti luce, ideale resteranno i marmi, d'Arpad e di Zrinyi rinnovando i canti, i cuori e l'armi. Noi di Stefano figli e di Roberto, di Luigi il Grande e di Mattia Corvino, all'Ungheria adamantino serto, al suo destino, temprati nell'ardire e nell'affanno intesseremo in squilli di vittoria, e i popoli futuri ridiranno la nostra storia.

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