Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1940

50 esser care alla sua mente colta e raffinata. Ma questo atteggia­mento sarebbe ingiusto, perché dimostrerebbe un'intelligenza in­capace d'intendere quella dei ragazzi i quali non desiderano spesso più che un accenno o un semplice schéma per ricostruire il tutto con quella loro m-eravigliosa capacité fantastica. Certo è che molti di essi hanno amato vivamente l'eroe forte ed angelico della leg­genda: e forse è anche certo che non riusciranno tanto presto a dimenticarlo. La citazione dei Beowulf non deve perô trarre in errore in­torno al contenuto dei programma che è stato squisitamente ita­liano, o che si sia parlato di vita moderna e quotidiana, o di lette­ratura, o dei maestri immortali che hanno abbellito l'Italia e il suo patrrxonio spirituálé con i loro capolavori. Infatti oltre che di­lettare qualche volta si è voluto anche ammaestrare, in modo fa­cile e vivo, intorno aile più disparate cose: si è desiderato che l'Italia dei passato dei présente fosse il più possibile lo sfondo di ogni narrazione, svoltasi spesso con brevi riferimenti storici o geo­grafici. Non sono mancati cosi accenni ad usanze costumi, descri­zioni rapide di luoghi ed ambienti. All'illustrazione della nuova Italia ha servito a meraviglia il libro »L'Italia fascista in cam­minov ove tutto è narrato per immagini che toccano sinteticamente ed in modo esauriente tutti i problemi che costituiscono il gran­dioso programma dell'Italia di Mussolini: l'essercito, la marina, l'aviazione, l'assistenza sociale con la lotta antitubercolare, l'edi­lizia, la produzione industriale e agraria con la bonifica, le co­municazioni, ecc. Ogni figura di questo libro ed ogni altra che si poteva adattare agli scopi prefissi è stata proiettata su uno chermo con una macchina apposita, si che quasi tutte le conversazioni si sono svolte con l'aiuto della proiezione. Ma la novità forse più interessante dell'ora di conversazione, è stato l'insegnamento di storia d'arte. Oualcuno potrebbe a questo punto sorridere mettendo in relazione la difficoltà di una taie ma­téria con la mentalité rude e scarna di ragazzi di seconda ginna­siale. Ed infatti chi volesse trattare questioni di estetica fra scola­retti dodicenni non solamente si sforzerebbe a 'sproposito, ma sa­rebbe ridicolo. Eppure dopo un anno d'insegnamento si puô affer­mare sicuramente che la storia d'arte si puô cominciare ad inse­gnare in seconda ginnasio e che i successi possono superare di molto l'aspettativa. Ed ecco qual'era il modo di procedere per questa non facile strada: Anzitutto si eercava di proiettare sullo schermo una riproduzione célébré che descrivesse movimenti reali o moti dram­matici deli animo; quindi, tenendo conto anche della nécessité lin­guistica, si descriveva subito ogni acteggiamento esteriore tacendo anche il nome dell'autore quando si poteva leggerlo nell'iscrizione sottoposta, o limitandoci a darne brevissimi cenni biografici quando di questo gié erano state vedute varie opere. Ouindji i ragazzi in gara, come sempre, per voler rispondere, cominciavano alcuni a descrivere, altri a rivolgere domande ai loro compagni sempre sotto la se*veglianza dell'insegnante, si che tutti, o parlando o

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