Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1940
48 in condizione di parlare molto bene la lingua italiana, si puo ricercare anche un poco nel programma citato, non per quel poeo ehe puô essere stato realizzato nelle prime classi, ma per quello che i futuri insegnanti potranno fare quando la mente degli Scolari si aprirà a tutti i problemi della vita. La conversazione nel primo anno è più difficile e noiosa poichè di troppo l'elemento linguistico prevale e s'impone a inteiligenze intolleranti la regola e bramose di immagini e fatti. È necessario perciô insegnare in meno tempo possibile un numero di vocaboli e di espressisoni che mettano i ragazzi in condizione di parlare intorno ad un argomento per loro interessente. E questo poteva essere loro offerto sia da un gioco con balocchi opportunamente messi in movimento, sia da figure ingrandite e visibili a distanza, sia dalle illustrazioni carine del libro di »Letture per la I-a classe elementare per gli italiani all'estero«, sia infine, e più tardi, dalle proiezini di quel delizioso e intelligente giornaletto illustrato per i ragazzi che è II Vittorioso. Nella Il-a classe invece, essendcK i ragazzi ormai in condizione di comprendere e dire, più e meno bene tutto, l'interesse linguistico poteva quasi sempre passare apparentemente in seconda linea per cedere il posto alla piàcevolezza del racconto o deU'immagine sfruttata secondo le esigenze di una vera e propria conversazione. Ma la legge che sempre, e spesso insensibilmente, dominava nel dialogo era questa: »parlare di tutto e parlare bene«. E lo spirito di emulazione leale, ma vivissimo, che animava i ragazzi, molto spesso stimolava anche! i ,più deboli a fare tutti; i loro sforzi per ricevere la Iode immediata dell'insegnante, che non mancava mai di esprimersi secondo quello che pareva il merito. Nella scelta degli argomenti la preoccupazione prima è stata quella di soddisfare la curiosité e il gusto dei ragazzi, si da far loro dimenticare il più possibile l'interesse linguistico della lezione. Ed a questo scopo ha servito meglio di tutto, forse, Il Vitorioso, proiettato su uno schermo con una macchina da proiezione. È questo un giornalino illustrato vivacissimamente, a colori, che racconta storie qualche volta interessanti anche per i grandi, con un andamento rapido, cinematografico, che riesce quasi sempre a sopprimere l'inutile e raccontare schematicamente e con logica, secondo il gusto mobile e impaziente dei ragazzi, desiderosi di una soddisfazione immediata. I ragazzi d'Italia tutti lo conoscono e lo amano: e con ragione poichè questo giornaletto parla loro di tutto rispondendo spontaneamente a quegli innumerevoli perché, che nascono di continuo nella loro mente, dando loro ogni sorta di cognizioni sotto la veste piacevole di un racconto fantastico. Ad esempio si puô citare il »Beowulf« cine-romanzo de II Vittorioso intorno alla leggenda epica cristiana danese, gustato dalla maggior parte dei ragazzi di seconda. Un adulto che abbia conoscenza di questo poema che si trova all'inizio di varie letterature nordeuropee. potrebbe sorridere o forse indignarsi di fronte alle immagini puerili^di quei personaggi e di quelle fantasie che possono