Kárpáti Zoltán - Liptay Éva - Varga Ágota szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 101. (Budapest, 2004)

LETÍCIA M. DE FRUTOS SASTRE: "Il piu glorioso triompho della gran Galleria di Sua Ecc.za." Il Correggio del VII marchese del Carpio

los brazos nostro signor en el y san Juan tomandole la mano con marco de evano y marfil y vidrio delante de mano del dicho corezo en" [in bianco]. Questa stessa relazione sulle opere del Correggio della raccolta Carpio venne allegata, quasi contemporaneamente, ad un'altra "Memoria de las pinturas que se dan al senor Don Gabriel Durán de manos conocidas para que su merced escoja los que messe servido". 21 Gabriel Durán era il "juez privativo de cobranzas" incaricato di scegliere un nucleo di pitture della collezione di don Gaspar, destinate ad estinguere il debito accumulato dalla Casa del Carpio sul diritto della mezza annata, cosi come era stato deciso verso il 1694. 22 Allora fu presentata al Durán la lista di alcuni dipinti della collezione del marchese presenti a Madrid, affmchè egli scegliesse quelli più adatti a passare al patrimonio della Corona; insieme fu accluso l'elenco citato délie "Pinturas del Corezo", già présente nella memoria del 1692. 23 In esso, perô, i quadri non recano alcuna valutazione. Nonostante l'eccellenza di alcune opere elencate, fra le altre il Mercurio, forse identificabile con la famosa Educazione di Cupido, e il San Gerolamo, provenienti dalla famosa vendita all'asta dei beni del re Carlo I, Durán non scelse nessuno dei dipinti della lista di "pinturas del Corezo", sieche si puô ritenere che non fu questa la via che condusse, come suppone Gould, una Madonna del Latte messa in relazione con il nome del Correggio nelle collezioni reali. Un'annotazione scritta in margine, con una calligrafia che non conosciamo, nella lista del 1692, ci informa che "se dio al rey Nuestro Senor en el Pardo el dia que estuvo la Comedia", facendoci intendere corne allora il dipinto, che non sappiamo quale délie copie fosse, passasse dalle raccolte dell'erede del Carpio a quelle del Sovrano. 24 Ricapitoliamo la questione: nel settembre del 1682 il Carpio acquistô il dipinto dall'Orsini; questo fu poi trasferito con gli altri quadri della collezione nel Viceregno e, alla morte del Marchese, lo troviamo inventariato col numero 1257, unitamente a due sue copie, una délie quali di mano di Annibale Carracci; l'opéra rimase a Napoli con altre vincolate con fedecommesso dal marchese, pervenendo, in una data non precisabile, in possesso della erede a Madrid insieme ad una délie copie, la stessa che crediamo sia entrata nelle raccolte reali mentre l'originale, in quanto vincolato, restô di proprietà dei Carpio. Da quel momento, cosi come segnalato da Cecil Gould, la probabile copia sarebbe rimasta nelle collezioni reali finchè, intomo al 1773, il re Carlo III non l'avrebbe donata al Nunzio Ignazio Crivelli. 25 Questi dati non sembrano perô attendibili in quanto 21 ACAM, C a 221-12. 22 Si veda J. Fernandez Santos, "Un lote de pinturas de la colección del Carpio adjudicadas al Duque de Tursi," Reaies Sitios 155 (2003), 42-57. 23 "Memoria de las pinturas que se dan al senor Don Gabriel Durán de manos conocidas para que su merced escoja que fuesse servido [...] una tabla de nuestra senora con su hijo en los brazos y s. Ju.n ttomandole la mano con marco de hevano y marfil y vidrios de mano del dho corezo en 2D500 doblones." (ACAM, C a 221-12). 24 Ibid. Su Ignacio Crivelli si veda Dizionario di erudizione Storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intomo ai principali santi, beati, martiri, padri, ai sommi [...] compilazione del cavalière Gaetano Moroni romano secondo aiutante di camera di Sua Santità Pio IX, Venezia 1848, XVIII, 222.

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