Kárpáti Zoltán - Liptay Éva - Varga Ágota szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 101. (Budapest, 2004)

LETÍCIA M. DE FRUTOS SASTRE: "Il piu glorioso triompho della gran Galleria di Sua Ecc.za." Il Correggio del VII marchese del Carpio

Eccellenza a Roma, l'Abate Giuseppe Paolucci, in rappresentanza dell'Illustrissimo et Excellentissimo Don Gaspar de Haro et Guzman Marchioni di Carpio-proregi Regni Neapolis, che, corne si è detto, in quei giorni stava già preparando la sua partenza da Roma, nonostante il fatto che i suoi problemi di salute si fossero aggravati e si fosse temuto addirittura per la sua vita. 7 Nell'inventario romano del Carpio erano state già registrate dodici opere, alcune attribuite al Correggio ed altre alia sua scuola, oltre a tre copie di Annibale Carracci e due di Federico Barocci da originali del maestro. 8 Fra le opere del Correggio vengono segnalate la famosa Madonna della Scudella 9 e le prime versioni per i dipinti della chiesa dei Benedettini di Parma, il Martirio di San Placido e la Verginella e la Depositione di Christo, 10 cosa che dimostra un accentuate interesse da parte del marchese per l'opera di Allegri durante il suo periodo italiano. Nell'inventario della sua collezione, realizzato prima della sua partenza per l'Italia nel 1677, si registrava solo un dipinto attribuite al Corezo, che rappresentava una Cleopatra con bambino, oltre alla famosa Educazione di Cupido, ereditata dalla collezione di suo padre, don Luis de Haro, che l'aveva acquistata nella famosa asta di Carlo I d'Inghilterra. 11 Le ragioni del ravvivato intéresse per Lopera del Correggio a Roma si devono interpretare soprattutto in relazione ai contatti di Sua Eccellenza con Sebastiano Resta (1635-1714) milanese oratoriano, dilettante e collezionista di 7 "Questo Ambasciatore Cattolico hebbe martedi sera un'acidente in seguito di che si coneepirono nuovi timori della sua salute, a poi e ritornato nello stesso stato di prima, continuandoli la la (sic) terzana semplice della quale spera presto potersi liberare con la mutaione d'aria, havendo rissoluto di farsi portare avanti la metta del prossimo mese di novembre in Napoli." (Ibid., f. 356r). 8 Coreggio figura sotto i numeri 522,531 532, 548, 997, 1007, 1021, 1117, 1119, 1120, 1123 e 1134; le copie di Barocci sotto i numeri 468 e 756 e le copie di Annibale Carracci sotto i numeri 118, 1121 e 1122. 9 "Un quadro, che rappresenta il Riposo d'Egitto con gloria d'Angeli, e chiamata la famosa Madonna della Scudelle di mano del Correggio di palmi 8, e 6 in circa con sua cornicietta intagliata, e tutta indurata, e rinserata dentri d'una cassa di tavole d'Abeto à due sportelli, stimato in 2000." (ACAM, C 302-4, f. 156, 548). L'opera originale (218 x 137 cm) fu eseguita dal Correggio per la chiesa di S. Sepolcro di Parma. Esiste anche una copia nel Museo del Prado (inv. 115). Si veda Gould 1976 (n. 2), 163-165. 10 "Due quadri compagni, l'uno vi è il Martirio di S. Placido con altra Verginella, et altri santi, e nell'altro vi è la Depositione di Croce di Christo Signor Nostro dipinti in tavole, che sono i primi originali fatti dal Correggio per li due quadri grandi fatti in una chiesa de Benedittini di Panna di palmi 2, et 1 Vi con sue comice di ebano con riporti d'intaglio tutti indorati ambidue insieme stimati in 2000." (ACAM, C a 302-4, f. 83v: 531/532). Le opere citate erano tra le più famose della produzione del Correggio, realizzate per la cappella Del Bono a San Giovanni Evangélista di Panna. Furono citate da Vasari, Borghini, Scanneiii, Scaramuccia e Barri, godettero di una speciale considerazione da parte dell'oratoriano Sebastiano Resta, che molto probabilmente poteva essere "implicato" in questo acquisto del Carpio. Esistono, perô, altre copie in tela, come quelle del Museo del Prado (inv. 117 e 118) provenienti dalla collezione di Carlo Maratta. Si veda Gould 1976 (n. 2), 265-267. 11 Sulla presenza della pittura del Correggio nelle collezioni spagnole del secolo XVII, si veda S. Salort, "Un cuadro falso de Correggio para el X Almirante de Castilla. Noticias sobre algunas obras del maestro italiano en las colecciones madrilenas del siglo XVII," in Accidentia de Espana, Roma 2001, 78-81.

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