Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
SOMOS, ÉVA: Il restaura degli affreschi rinascimentali provenienti da Ghedi
ta la benedizione pontificale abbiamo trovato dei simili frammenti che perö sono ancor più esigui, quindi anche qui il quadro terminava nel motivo del candelabro. Sull'altro lato della pittura, dietro Nicolö Orsini, l'opéra doveva continuare, elemento questo richiesto anche dall'equilibrio della rappresentazione. Questaipotesi è corroborataanche dalla 'giornata' che si stende accanto all'orlo attuale del quadro e che doveva segnalare la linea di demarcazione di una porzione d'intonaco più grande di quella attuale (fig. 41). Forse avranno voluto iniziare lo strappo in questo punto perché qui si trovava una porta. Avendo passato in rivista questi fenomeni abbiamo proceduto alla ricostruzione dell'ordine dei quadri, ordine questo che è identico a quello storico della consegna degli stendardi. Suppongo che alla loggia si accedeva dalla parte aperta della stessa. Se le porte s'affacciavano sulla loggia daU'interno dell'edificio, in base ai resti che si sono conservati pare che sia giusto l'ordine di disposizione delle scene suggerito dal Nova (figg. 42^43). Per quel che riguarda l'altezza delle pareti ci siamo affidati agli spunti offerti dalla scena napoletana. Per disegnare, invece, il portico ci siamo affidati al completamento immaginario dei frammenti delle colonne conservatisi ai due lati della pittura. Non è escluso che queste fossero munite di capitelli plastici, infatti, la scena si svolge nello spazio dietrostante agli ultimi pilastri. Quindi la parete su cui si trovava il quadro centrale doveva essere lungo almeno 6 inetri, mentre quelle laterali misuravano circa m. 5,40. La base sarà stata alta m. 1,20 e all'interno il locale doveva essere alto almeno 5 metri. Nel definire l'altezza abbiamo considerato anche gli sgraffi e le incisioni e cioè il livello che i visitatori potevano raggiungere, inoltre le linee di demarcazione delle 'giornate' e la posizione delle figure - non dimenticando di prendere in considerazione anche la possibile disposizione delle impalcature. Speriamo di essere riusciti a conservare l'autenticità di queste opere mediante il nostro lavoro di restauro e di aver messo in evidenza i valori estetici tramite il ripristino eseguito con molta cura. In questo modesto saggio ho cercato di mettere a fuoco i fenomeni da cui ho tratto le mie esperienze nel corso della "convivenza" trascorsa con queste opere. ÉVA SOMOS Traduzione di Lavinia Sándor