Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
SOMOS, ÉVA: Il restaura degli affreschi rinascimentali provenienti da Ghedi
Questo fatto contribuisce a chiarire che il condottiero non voleva documentare l'avvenimento stesso, ma la sua appartenenza a Venezia. I ritratti dei protagonisti effigiati sono autentici e la raffigurazione degli altri è pure di carattere ritrattistico e crediamo di non sbagliare nel supporre che nelle scene che cantano le lodi del condottiero, accanto al protagonista, compaiano anche altri personaggi storici. Ritengo possibile che Orsini abbia voluto commemorare i suoi migliori compagni d'armi per cui fra i personaggi compare forse anche Rizzino Daina che era un suo capitano, 18 e, fra i personaggi di rilievo dal punto di vista del Orsini, possiamo ipotizzare anche la presenza dei Martinengo, primi signori della città di Brescia. Nel gruppo che circonda il re di Napoli spicca un ragazzo biondo dai lineamenti fini che tiene le gambe incrociate in un atteggiamento strano. In base a questo atteggiamento e la corona di alloro che ne circonda il capo, possiamo supporre che si tratti di un poeta, inoltre azzardiamo l'ipotesi che dietro il trono del pontefice, non si vedono solo cardinali e monaci, ma anche umanisti di corte. La portata a termine del restauro dei nostri affreschi aprirà nuove prospettive alla ricerca riguardante i personaggi storici effigiati. Laquestione deirattribuzione dei dipinti, come lo fa notare anche il Nova, è tutt'altro che facile. Vorrei aggiungere solo che, l'analisi dei nostri affreschi assieme alle raffigurazioni di gente d'armi di Ghedi che ora si trovano a Brescia e a Lonato, rende ovvio che nel palazzo di Nicolö Orsini, e cost probabilmente anche sui nostri dipinti murali. lavorassero insieme più d'un pittore: forse due artisti bresciani: l'anziano Floriano Ferramola e Girolamo Romanino, più giovane del primo. Non ci sono state tramandate pitture murali che il Romanino dipinse prima del 1510 ed i quadri di sua fattura più vicini all'anno 1509 non dimostrano segni convincenti di similitudine nei confronti alle nostre opere d'arte. Per conseguenza le analisi di ordine tecnico - pittorico hanno dei risultati similmente incerti a quelle di ordine stilistico. 19 18 Rizzino Daina, vincitore nel 1502 del torneo tenuto a Verona, capitano al servizio di Orsini, probabilmente assieme a Gabrina Daina. Entrambi provenivano da un'antica famiglia italiana di Asola ed ebbero un ruolo importante entro l'esercito della Serenissima, V. Pasero, op. cit. (n.13) p. 22. Cavallaro, A., 11 dipinto con scene della vita di Gentil Virginio Orsini, in Bracciano e gli Orsini. Tramonto di un progetto feudale, Roma 1981. pp. 57-68. richiama l'attenzione sulla presenza di Bartolomeo d'Alviano, sulle pitture murali di Bracciano, commissionate da Virginio Orsini, come su uno di coloro che servirono nell'esercito del condottiero. 19 Pare strano che finehé R. Longhi non college) il documento pubblicato da S. Fenaroli (riguardante il debito dei Pitigliano nei confronti di Girolamo Romanino) agli affreschi custoditi a Budapest (v. Longhi, R., Di un libro sul Romanino, L'Arte 29 (1926) pp. 144-150), in base alia visione offerta dall'opera stessa nessun ricercatore o studioso pensé a questo artista. E nemmeno noi, restauratori del quadro, riusciamo ad accettare facilmente questa attribuzione. infatti in quest'opera ci troviamo di fronte a proporzioni, a una maniera di disegnare, ad un'attitudine artistica che differiscono in modo sorprendente da quelle osservate sulle opere che sicuramente provengono dal Romanino. Non basta dichiarare che il modo d'espressione di un artista giovane è différente da quello di un artista matúra. A. Nova ritiene che questa ovvia differenza sia dovuta ad una consapevole trasformazione del modo di vedere e pensare che si spiega con l'incontro del Romanino con Teofilo Folengo, avvenuto attorno al 1512-13 e con l'effetto che lo stile grottesco e ricercato del poeta ebbe sul pittore. V. Nova, op. cit. (n.2) pp. 31-53.