Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
SOMOS, ÉVA: Il restaura degli affreschi rinascimentali provenienti da Ghedi
40. Agostino Barbarigo. Particolare della fig. 37. Budapest, Museo delle Belle Arti e rimase al servizio della Serenissima fino alla morte. Nel 1498 Venezia gli donö Ghedi ed i terreni circostanti. Nel 1504 vi abitava già e vi fu visitato da una delegazione bresciana che si congratulé con lui perché l'avevano nominate comandante delle truppé veneziane. 14 A quell'epoca, nella carica di doge, a Agostino Barbarigo era succeduto Leonardo Loredan, fatto questo evidenziato anche da Nova che nel 1994, sugli affreschi allora ancora in stato frammentario, credeva di riconoscere i tratti caratteristici del ritratto di Lorcdan, dipinte da Giovanni Bellini. 1 " 1 Oggi, ormai, anche Alessandro Nova potrebbe vedere chiaramente la caratteristica barba bianca e folta che compare anche su altri ritratti di Agostino Barbarigo (fig. 40). 16 Ritengo che la presenza di Agostino Barbarigo in quella scena sia dovuta alla riconoscenza di Nicolo Orsini, ed alla volontà di accentuare il rapporto con Venezia iniziato già precedentemente. Del reste la nomina ebbe luogo solo nell'aprile del 1504 e gli emblemi furono consegnati da Marino Trevisan e Leonardo Emo, entro l'ambito di una solenne cerimonia tenuta a Ravenna. 17 14 Pasero, op. cit. p. 20. 15 Nova, op. cit. 01.2) 1994, p. 208. 16 V. la rappresentazione del doge sulla pala di Giovanni Bellini a Murano, in San Pietro Martire, inoltre: il ritratto di Agostino Barbarigo di Marco Basaiti, nel Museo delle Belle Arti di Budapest, N° d'inv., 102. 17 Pasero, op. cit. (n.13) p. 63.