Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)
Interpretazioni - Orsolya Hessky: Artisti ungheresi e l’esperienza del viaggio in Italia
fondati in grandi città europee come Vienna, Berlino e Parigi. L’istituto romano fu inaugurato nel 1929 dopo che, su iniziativa di Klebelsberg, lo stato ungherese aveva acquistato Palazzo Falconieri nel centro di Roma. In seguito ai lavori di ristrutturazione l'Accademia Reale d'Ungheria a Roma integrando anche l’Istituto Storico fondato da Fraknói cominciò ad esercitare tre attività: il sostegno delle ricerche di storia e di teologia e di attività artistica. All'inizio degli anni 1930 accanto a Palazzo Falconieri fu costruita la Palazzina (architetti: Ferenc Havasi e Jenő Faludi), con studi per gli artisti arrivati all’Accademia come borsisti. La cosiddetta “Scuola romana1', un movimento che può essere considerato unito si è formata nel retroscena della politica internazionale durante gli anni 1920-30 ed è collegata al nome dello storico d'arte Tibor Gerevich, curatore ( 1928) e direttore (1929-1936) dell’Accademia d’Ungheria a Roma. La monografia sulla Scuola romana pone la domanda: perché Tibor Gerevich sceglie proprio l'Italia, paese che poteva essere considerato periferico per l'arte contemporanea, come sede del centro di specializzazione post-laurea nelle belle arti piuttosto che Parigi, che senza dubbio ai tempi era il centro dell'arte contemporanea? Anche Vienna e Berlino potevano essere considerati centri dell'arte europea. Prima di questo incarico Gerevich fu il direttore del Museo Cristiano di Esztergom. Questo museo vantava una ricca collezione di capolavori dell’arte classica conoscendo e riconoscendo soprattutto la cultura del Mediterraneo e quella italiana. Gerevich per questo motivo e anche per ragioni ideologiche si opponeva" ad Antal Hekler, l’archeologo classico dell’università di Budapest che invece aveva una spiccata preferenza per le culture settentrionali più che altro quella tedesca12 - e forse proprio per questo i territori di lingua tedesca erano probabilmente fuori discussione per Gerevich. Come direttore era sempre lui a scegliere i suoi candidati e nel suo articolo riassuntivo13 scritto nel 193 I dopo il terzo anno di attività, parlava già dello stile pittoresco 90