Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)
Interpretazioni - László Csorba: Rapporti italo- ungheresi dalla fine dell’Ottocento alla meta del XX. secolo
palazzo reale. [...] Il governatore Miklós Horthy arrivò in compagnia di Vértessy, capoufficio del ministro e del generale Somkuthy, direttore dell’ufficio militare.” Il sindaco della capitale, Jenő Sipőcz, oltre ai rapporti culturali millenari fra i due paesi ricordò anche la cooperazione attuale, chiudendo il suo discorso con l’augurio che “questa statua servisse alla memoria dell’antica gloria ungherese, alla speranza in un futuro ungherese e faccia da propagatrice dell’amicizia italo- ungherese." Il capo dello Stato ricevette la statua, dopodiché “due guardie del corpo deposero sul piedistallo del busto l’enorme corona del governatore." Anche l’ambasciatore italiano, il principe Colonna pronunciò un discorso e in nome della città d’Ascoli (luogo di nascita del Bonfini) fu il sindaco Fradella a porre una corona sul busto. Sei mesi dopo il conte Festetics, insigne mecenate e lo scultore - insieme alla città di Budapest - donarono alla città di Ascoli Piceno un altro esemplare del busto del Bonfini. I due busti erano uguali in tutto tranne che nel piedistallo, che il realizzatore Bertalan Árkay decorò con dei motivi tratti dal palazzo rinascimentale del re Mattia a Buda. Durante l’assedio del palazzo reale di Buda l’esemplare budapestino fu distrutto, ma 64 anni dopo lo rifecero su modello dell’altro esemplare, che si trovava nel cortile del Palazzo Comunale di Ascoli. Negli anni 1930 i rapporti polìtici fra Roma e Budapest continuarono a consolidarsi. Ad enfatizzare questo sodalizio contribuì il gruppo politico di Bethlen e Teleki, che riteneva che il sostegno italiano avrebbe potuto aprire nuove prospettive per le aspirazioni revisioniste dell’Ungheria nei confronti della sempre più potente Germania. Pareva valida l’ipotesi che a causa della preoccupazione per un’eventuale rivendicazione austro-tedesca dell'Alto Adige Mussolini sarebbe potuto diventare un forte nemico dell’Anschluss. Un segno rassicurante di questa stabilità fu la mobilitazione italiana alla frontiera austriaca nel luglio del 1934 a causa della minaccia nazista in seguito all’uccisione del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. L'Italia però si trovava in una situazione difficile dopo la vittoria in Etiopia, costretta ad assecondare sempre di più la politica di potenza e di supremazia dello stato nazista. La speranza di realizzare una politica 83