Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)
Interpretazioni - László Csorba: Rapporti italo- ungheresi dalla fine dell’Ottocento alla meta del XX. secolo
Dopo la fine della prima guerra mondiale le autorità italiane lo confiscarono, poi lo restituirono. Il vero cambiamento avvenne nel 1927, quando l’Istituto Storico si fuse con l’appena fondata Accademia d’Ungheria a Roma. La figura chiave nell’ideazione di questa nuova istituzione fu Tibor Gerevich, professore universitario e figura prominente nell'ambito della storia dell’arte dell’epoca, prima direttore poi curatore dell'Accademia. I suoi ottimi rapporti con le cerehie più influenti dell'arte, della scienza e della politica italiana facilitarono anche l’acquisto del palazzo. Il periodo che si chiuse con l'inizio della seconda guerra mondiale può essere considerato l’epoca d'oro dell’Istituto. Dozzine di insigni scienziati alloggiarono all’Accademia (ad esempio Károly Kerényi, Antal Szerb, Jenő Koltay-Kastner, István Genthon). La rivista Annuario pubblicava regolarmente i frutti dei loro studi. Grazie all’attività dei borsisti di storia d’arte - coordinata direttamente da Gerevich - nacque un nuovo movimento della pittura e scultura ungherese, la cosiddetta “scuola romana”, fra i rappresentanti della quale troviamo talenti come István Szőnyi, Vilmos Aba-Novák, Pál Pátzay, Károly Patkó, Béla Kontuly, Jenő Medveczky, Pál Molnár C. ed Ernő Jeges. Lo scopo principale dell’Accademia fu che i borsisti, oltre allo studio degli impareggiabili capolavori dell’arte antica, cristiana e rinascimentale potessero ispirarsi anche agli artisti italiani del Novecento, con il non celato obiettivo di rinnovare non solo l’arte ecclesiastica ungherese, ma in un certo senso anche l'arte decorativa motivata dalla propaganda politica. I primi successi furono incoraggianti: nel 1930 gli artisti della “scuola romana" riscossero un enorme successo alla biennale di Venezia e alla Mostra Commemorativa a Sant’Emerico d’Ungheria, nel 193 I alla mostra del Salone Nazionale e alla Mostra Commemorativa a Sant’Antonio di Padova, nel 1933 alla Mostra Commemorativa a Klebelsberg e nel 1937 all’Esposizione Mondiale a Parigi. Fu grazie alla loro collaborazione che realizzarono il grande programma decorativo del Congresso Eucaristico del 1938, Nacquero delle opere importanti anche nell’ambito dell’arte di propaganda polìtica nazionale (ad esempio la Porta degli eroi di Aba-Novák nella città di Szeged), anche se il rinnovamento in misura epocale di quest’ultima 80