Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)

Breviario italiano - Sándor Márai: Diario

puzzolente dell'acqua salata... eppure risplende in modo atemporale, indistruttibile. Dopo nove anni questo è il primo istante - il vaporetto dondolante parte con i suoi passeggeri sotto il sole autunnale, lungo il Canal Grande - in cui ho la sensazione che la vita non è solo un lavoro forzato senza senso, ma anche una festa. L'appartamento napoletano mi risulta noto sin dal primo istante. Non è un appartamento, sebbene contenga tutto ciò che è necessario per la vita umana: una stanza da bagno con una strana vasca di pietra scolpita, una terrazza deliziosa, stanze con il soffitto alto, strane finestre provviste di catene. Questo non è un appartamento, è soltanto un alloggio. Tutti gli esuli - che siano espatriati di loro volontà o che siano esuli di altro genere - vivono in un alloggio. Mi consolo dicendomi che anche Ovidio abitò da qualche parte in questa zona e in questo modo... Chiunque non sia nato qui, ci “abita" in questo modo, e non sulla terra, bensì tra la terra, il cielo e l’acqua, in qualche modo in mezzo al vento. Vivo qui da tre settimane. Napoli non mi risulta più estranea. Non mi era estranea neanche nei primi momenti, ma nei primi giorni mi è capitato di mettermi i guanti, quando giù in città scendevo dal filobus di Posillipo per prendere il tram numero 3, che da piazza Trento conduce giù in basso fino al porto. In fin dei conti qui, all’università, c’è un reparto speciale riservato alle malattie tropicali. Ormai non mi metto più i guanti. Lungo la strada compro della frutta, la lavo superficialmente e me la mangio. Poi bevo qualcosa nei caffè, mangio quel che mi porgono con le loro mani sporche, dormo in mezzo alle pulci. Vivo ancora in Europa? E allora? Che cos’era quella vita europea, rinomata per la sua igiene? Un cataclisma, la pestilenza della guerra e della rivoluzione. Neanche il sudiciume napoletano può essere più pericoloso. L’incubo di ogni straniero è il soggiorno, il permesso di soggiorno; lo è anche il mio. In Italia si aggirano e se ne stanno accovacciati duecentomila forestieri, e il punto di vista delle autorità italiane è che questi estranei devono abbandonare il 72

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