Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)
Breviario italiano - Antal Szerb: Il viaggiatore e il chiaro di luna
L’intera città, con le sue strade ripide e rosate, ondulava spensierata sulle colline che si innalzavano a forma di stella; sul viso degli abitanti si leggeva molta povertà e molta felicità di inimitabile stile latino. Il carattere fiabesco, allegramente fiabesco della città dipende dal fatto che in ogni punto si può scorgere il duomo, una specie di Zeppelin fornito di torre, aleggiante sui tetti delle case, scherzoso e zebrato. Un muro del duomo, separato dal corpo della chiesa, si erge a un buon duecento passi di distanza, e costituisce il simbolo più evidente, grottesco e meraviglioso, del fallimento dei progetti umani. Mihály adorava la leggerezza bohémienne con la quale gli antichi italiani intraprendevano la costruzione delle loro cattedrali. “Se Firenze ne possiede una, ne abbiamo bisogno di una anche noi, possibilmente più grande" si dissero i senesi, e costruirono i muri portanti a grande distanza l’uno dall’altro in modo che i fiorentini si spaventassero all'idea di quanto sarebbe risultato imponente il loro duomo. Poi il denaro finì, i carpentieri incuranti deposero gli attrezzi e non degnarono più la cattedrale rimasta a metà. [...] L’iscrizione su una delle porte recitava: Cor magis tibi Sena pandit, Siena ti allarga il cuore... Qui persino le porte esprimono saggezza e verità, Siena ti allarga il cuore in modo che si riempia di desiderio, dell’ebbrezza semplice e leggera della vita, come si addice alla bellezza velata di questa stagione. L’indomani Mihály si svegliò all’alba, si alzò e guardò fuori dalla finestra. La finestra si affacciava sui monti. Leggere brume lilla aleggiavano sulla campagna toscana e il color oro si preparava lento e timido al sorgere del sole. Non esisteva nient'altro oltre a quel crepuscolo variopinto ai piedi dei monti lontani. “Se questo peasaggio è reale” pensò, “se questa bellezza esiste sul serio allora tutto ciò che ho fatto finora è solo menzogna. Ma questo paesaggio è realtà”. [...] Cor magis tibi Sena pandit. D’un tratto lo assalì una nostalgia terribile, una nostalgia che aveva conosciuto solo quando era giovane, molto più focalizzata e ardente; provò una nostalgia così violenta per la nostalgia sentita nell’adolescenza che 67