Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
ORSOLYA HESSKY "Se vuole diventare pittore". Pittori ungheresi in Italia 1800-1900
esigenza. I suoi acquerelli precisi, sofisticati e allo stesso tempo dinamici allietano sempre l'occhio. Un suo disegno, in particolare spicca tra gli altri: quello della villa di Mecenate, meta obbligatoria dei viaggiatori. Con questo acquerello, caratterizzato un tocco insolitamente leggero, Libay arrivò a una formula espressiva moderna non aveva ancora raggiunto, (ripr. XIV.) L'ultima nota del suo passaporto è datata Trieste, aprile 1852. Nella seconda metà del secolo il numero dei viaggi di studio si ridusse e non abbiamo tracce di artisti ungheresi che studiassero in Italia. Il fascino dell'arte classica, dell'Arcadia cominciò a venir meno, i giovani desiderosi di studiare l'arte scelsero altre mete. Tanti artisti visitarono ancora l'Italia con i suoi magnifici paesaggi, ma con obiettivi diversi da quelli di coloro che c'erano andati venti-trenta-cinquant'anni prima. Per loro l'Italia non era che la patria dei giganti classici del passato, che meritavano di essere copiati. Ma i maestri dell'Antichità e del Rinascimento smisero di essere il loro punto di riferimento. Possiamo considerare Mór Than ( 1828-1899) 49 come l'ultimo rappresentante degli antichi ideali. Nel 1858 partì per l'Italia per un viaggio di studio di un anno dopo aver vinto a Pest una borsa di studio di mille fiorini. Durante la sua permanenza dipinse soprattutto opere che, nella scelta del soggetto e nello stile, appartengono ai quadri di genere del biedermeier e toccarono anche il genere della rappresentazione di vestiti. All'inizio della guerra per l'indipendenza italiana, pose fine prima del tempo al suo soggiorno di studio e nel 1858 ritornò in Austria. 55. Edvi Illés, Aladar: Strada ad Amalfi, 1898, n. 38.