Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)

ORSOLYA HESSKY "Se vuole diventare pittore". Pittori ungheresi in Italia 1800-1900

Li potè continuare la sua attività senza alcun probléma e, nel 1838, si stabil! a Pisa, dove anche la sua famiglia che stava ancora a Vienna, potè seguirlo. Tamás Szana era in contatto con Paola, una delle figlie del maestro, e riguardo agli anni che quest'ultimo passö a Pisa, scrisse: "II pittore ungherese occupava un posto ragguardevole nella società pisana. II suo atelier era frequentato da sovrani, illustri rappresentanti dell'aristocrazia e lo frequentava anche Massimo d'Azeglio, che amava osservare per ore il maestro mentre dipingeva i suoi quadri." 14 I suoi committenti appartenevano all'aristocrazia italiana, come il granduca toscano Leopoldo II, ma ebbe delle commissioni anche da altri paesi d'Europa e perfino dall'America. Lo circondava 25. Markó, Károly sen.: Paesaggio con cascata, 1840 ca, n. 122. un numero sempre crescente di allievi, figure della paesaggistica italiana delPOttocento, diventate note più tardi: Lorenzo Gelati, Domenico Bresolino, Adolfo Tommasi, Serafino da Tivoli. Mantenne relazioni strette anche con la sua patria, anche se dopo averla lasciata per andare a Vienna, non vi era più tomato. Tuttavia, dal 1837, dopo i successi ottenuti a Roma, i giornali di Pest si occuparono regolarmente della sua attività. Nel 1840 venne eletto membro dell'Accademia delle Scienze Ungherese. Il suo stile leggero, i soggetti popolari, le atmosfere tranquille e l'elaborazione précisa delle sue composizioni aiutarono Partista a ottenere una grandissimma popolarità. Nelle sue opere alio sfondo idilliaco, sempre présente, sono abbinate scene di Staffage bibliche, mitologiche o prése dalia vita di tutti i giorni della campagna italiana, conformemente alle esigenze dei committenti. Con queste opere Marko rivolse la sua attenzione al passato, senza occuparsi della pittura e delle innovazioni della sua epoca, Punica sua ambizione era quella di seguire le tradizioni. 15 II pittore tenne fede a questo proposito, ma realizzö anche opere la cui freschezza testimonia un suo interesse particolare e la complessità del suo talento. La parte paesaggistica delle sue tele a olio - conformemente all'uso dell'epoca - veniva dipinta sempre in studio, mentre i bozzetti corrispondevano a copie dal vero, eseguite nei dintorni

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