Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)

KATALIN SINKÓ Viaggiatori ungheresi in Italia

accademico di Palazzo Venezia, ma anche alle accademie di Venezia e di Milano. 51 Di solito i pittori ungheresi viaggiavano a loro spese, senza una borsa di studio, ma il certificato dell'Accademia di Vienna apri loro le porte di queste istituzioni, anche se nello statuto della stessa si parla di questo solo in generale. 52 Possiamo farci un'idea delle esperienze e dei problemi dei pittori che viaggiavano per motivi studio a loro spese, dalle memorie di Miklós Barabás, scritte in uno stile molto divertente. II pittore ungherese che era molto fiero di aver intrapreso il suo viaggio in Italia con i suoi mezzi (nel 1835), segui il solito itinerario dei borsisti. Prima passö alcuni mesi a Vienna, probabilmente per avère i documenti necessari poi, passando per Trieste andö a Venezia dove si fermö per quasi sei mesi. (ripr. 23.) Barabás fece un paragone interessante tra l'atmosfera dell'Accademia di Vienna e quella dell'Accademia di Venezia: "II rapporto tra i professori e gli studenti era del tutto diverso a Venezia che a Vienna, dove la disciplina rigida imponeva relazioni come tra capitano e soldato. Qui professori e allievi si comportavano come colleghi. Si vedevano per lo più in un caffè (...), dove si riunivano verso sera, dopo il pranzo preso tra le cinque e le sei, e discutevano molto amichevolmente sulle varie questioni delParte." 53 Tra i professori 19. Barabás, Miklós: Il ratto della Sabina di Giovanni da Bologna. Particolare di Firenze, 1834, n. 12. 20. Libay, Károly Lajos: Arco di Tito, 1852, n. 87.

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