Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
KATALIN SINKÓ Viaggiatori ungheresi in Italia
in casa". 26 Fejérváry fu il primo collezionista ungherese a limitarsi alle culture classiche dell'antichità, non soltanto quelle greca e romana, ma anche le vestigia delle culture egiziana, assira, arcaemenida, sassanida, cinese, giapponese, precolombiana e dell'India. Fu quindi avanti alla sua epoca di sui superò la visione eurocentrica. L'amicizia tra Bòhm e Fejérváry si rinsaldò in seguito, e nel 1844 i due intrapresero insieme un viaggio in Italia. Il terzo compagno di viaggio fu Ferenc Pulszky (ripr. IL), noto archeologo, nipote di Fejérváry e più tardi direttore del Museo Nazionale. Oltre che un amico, Bòhm fu un aiuto prezioso per Fejérváry che, grazie a lui, arricchì la sua collezione di numerosi pezzi. La raccolta passò in eredità a Ferenc Pulszky che, essendo stato il segretario privato di Lajos Kossuth, dopo la sconfitta subita nella guerra d'indipendenza, andò in esilio a Londra, e fu costretto a mettere all'asta una parte della raccolta. Oggi possiamo avere un'idea della collezione soltanto grazie all'acquerello eseguito dal figlio di Joseph Daniel Bòhm, Wolfgang e da Josef Bucher, dal titolo Liber antiquitatis ( 1842) 27 . (ripr. 12.) La casa di Eperjes esiste tuttore e custodisce le copie del fregio del Partenone fatte da Bòhm. All'inizio Fejérváry visse a Pest, lì cominciò a creare la sua collezione e fu lui stesso il primo protettore di Károly Markó, e anche colui che lo presentò per primo al barone József Brudern, noto collezionista il quale, possedendo una redditizia miniera di opale, sovvenzionò gli studi all'estero di molti giovani artisti. Brudern fondò un piccolo consorzio i cui membri aiutavano Markó a continuare i suoi studi a Vienna. Markó lavorò nella città degli imperatori per dieci anni, ma frequentò l'Accademia soltanto tra il 1822 e il 1823. Alcune caratteristiche del suo stile pittorico si manifestarono già nelle opere eseguite negli anni '20. Il suo stile paesaggistico arricchito di scene mitologiche non s'ispirava ai paesaggi italiani, ma prendeva spunto dalla tradizione accademica viennese. Molti dei suoi paesaggi ideali con scene mitologiche gli furono commissionati da 12. Bòhm, Wolfgang-Bucher, Joseph: La copertina Liber Antiquitatis della collezione Fejérváry, 1842, Galleria Nazionale Ungherese