Budapest Régiségei 17. (1956)
TANULMÁNYOK - Voit Pál - Holl Imre: Hunyadi Mátyás budavári majolikagyártó műhelye 73-150
austriaca. Invece questo esempio, unico in Austria, è cliff uso neu" Ungheria. Tale trovata tecnica valse a rallentare il processo del raffreddamento delle stufe, rendendo in tal modo più economico il riscaldamento. Costruzioni simili si possono trovare anche tra le cassette da stufa ad ornati araldici del palazzo di Buda, la cui origine risale all'età di Sigismondo. Quanto poi alla figura araldica del]' aquila bicipite rappresentata in una delle formelle angolari di Vienna, teniamo ad osservare che sebbene Mattia non abbia mai adottato tra le sue insegne reali l'aquila bicipite, taie figura si rivede sullo scudo di un guerriero corazzato raffigurato su una delle formelle di Buda. Pur provvedendo a soddisfare aile ordinazioni estere, la bottega di Buda continuô a perfezionare il tipo di stufa a smalto stannifero. Abbiamo delle stufe in cui i vari tipi di smalto sono separati dalle incavature ossia dalle sporgenze dei rilievi, mentre altre furono trattate a pennello, corne le stoviglie ; altri frammenti attestano invece che a quell'epoca esistevano stufe rivestite di puro smalto bianco. Non è da ritenersi che Mattia Cor vino abbia soppresso la fabbrica di maiolica da lui stesso fondata. Il motivo più plausibile che potè mettere termine al funzionamento dell'officina è da sospettare nella morte del re. Fu allora che gli artigiani délia bottega si dispersero e che l'ultimo grande maestro si allontanô da Buda. I picconi dei muratori demolirono il forno, murarono le bocche dei suoi focolai ; abbassarono il livello del terreno e lo coprirono di un terrazzo e dettero un nuovo intonaco aile pareti del locale, dove una volta artisti italiani e ungheresi fabbricarono maioliche, dai colori vivaci e lucenti. Sarebbe un' impresa ardua il voler stabilire la cronologia deH'attività dell'officina, dato che non abbiamo a disposizione nessuna data précisa riguardo al suo funzionamento. Comunque, possiamo fissare tra due date il periodo dell'esistenza deli' officina : le nozze di Mattia e di Beatrice (nel 1475) e la data incisa nella lapide ornata con l'aquila degli Jagelloni, che segna il termine delle costruzioni eseguite per ordine di Vladislao II (1502). Taie periodo di 26 anni puô essere considerevolmente accorciato per diverse ragioni. La presenza di molti italiani chiamati a Buda, e l'esigenza intensamente sentita di un'industria locale délia maiolica potevano essere una conseguenza dell'allargamento dei rapport! italiani di Beatrice, avvenuto intorno al 1480. Con più precisione, il periodo d'attività vero e proprio sarebbe quindi tra il 1480 e il 1490, data délia morte di Mattia Corvino. Le affinità con le decorazioni delle Corvine non possono costituire che una cronologia relativa, inoltre si riferiscono anche esse allô stesso décennie Vienna fu occupata da Mattia nel 1485 : è quindi certo che in quello anno l'officina stava già svolgendo la sua attività. Il Bonfini, arrivato a Buda nel 1487, non accennô mai alla presenza di ceramisti connazionali che accudissero alla fabbricazione di qualche oggetto per fare atto gradito al re : ciô fa pensare che in quel periodo i ceramisti italiani non si trovassero più a Buda. È probabile che il primo periodo — quello italiano — dell' attività deh" officina sia da stabilire tra il 1482 e il 1485. I vasai ungheresi assumeranno la direzione dei forni nel 1485, circa per rimanervi fino al 1490, data délia morte di Mattia. Due sono i fili che ci consentono di seguire gli ulteriori sviluppi délia pratica dello smalto stannifero esercitata dall' officina di Buda : l'una conduce nell' interno del territorio ungherese, 1'altra porta invece verso occidente. Siamo del parère che l'autore delle stufe »dipinte a génère« dopo la morte di Mattia Corvino si sia stabilito in Austria. A ciô fa pensare una formella angolare incastrata nella stufa di Molthein che rappresenta un giovane lanzichenecco in atteggiamento arrogante, con una mano sul fianco e con l'altra appoggiata leggermente sull' alabarda. La modellatura delle guance ha una foggia simile a quella del musicista danzante délia stufa di Buda. I balaustri rinascimentali a putti, di maniera germanica, che ornano gli angoli e anche il costume del lanzichenecco, rivelano il gusto di un periodo posteriore di almeno un decennio. Le altre cassette da stufa austriache dimostrano un grande regresso nella tecnica e nella plasticità : o sono dovute ai discepoli del nostro maestro, o devono aile numerose riproduzioni la perdita délia finezza originale. In varie parti dell' Austria l'uso misto dello smalto stannifero con quello piombifero si riscontra anche nell' industria delle stoviglie. La fusione degli smalti che richiedevano un diverso grado di cottura veniva impedita, oltre che dalla decorazione in rilievo, anche da stecchetti che fungevano da tramezzo tra i di versi rivestimenti, o da intagli applicati nell'argilla cruda. Anche negli ornati dei boccali fabbricati dai continuatori austriaci deh" arte di Preuning si possono osservare tali metodi di separazione dei rivestimenti, ma il procedimento stesso risale a tempi più lontani, il primo pezzo foggiato con questo metodo e cronologicamente identificabile apparirà, intorno al 1540, nella Slesia, lontano da Norimberga. Le idee deh" umanesimo, e l'arte rinascimentale furono introdotte nella Slesia da Giovanni Thurzó, vescovo di Breslavia dal 1506 al 1520, che fu anche capo del »partito ungherese«, ancora suscettibile di trionfare. Sul primo piatto di si cur a cronologia, che fu eseguito con il sistema dell'intaglio, si vede appunto lo stemma del successore del nostro Thurzó, cioè di Balthazar von Promnitz vescovo, di Breslavia. Benchè 148