Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas
Francesca MORANDINI: Vienna alia metä del secolo XVTH nella descrizione del manoscritto 684 dell’Archivio di Stato di Firenze
Vienna alia meta del secolo XVIII 133 tore; ci fu tavola pubblica alia quale il signor don Bartolommeo servi le Maestä Loro. II giorno, dopo pranzo, ci fu appartamento e la sera ballo e gioco ... Vi fu poi cena di corte alia quale 1’imperatore fece invitare il signor don Lorenzo, non avendovi luogo i ciamberlani decretisti. Per favore particolare vi furono invitati ancora i principi Bor- ghesi, che da qualche giorno erano giunti a Vienna“. II sei ottobre Don Bartolommeo Corsini, sempre in servizio di ciamberlano, accompagna da solo l’imperatore alia caccia dei cinghiale e il sette ottobre troviamo annotato nel diario che egli finisce il suo servizio „il quale fu fatto come un ciamberlano vecchio ed ebbe l’onore di cenar piü volte in questo tempo con le Maestä Loro“. Gli ultimi giorni del soggiomo a Vienna i Corsini e il Pecci li dedicano so- pratutto, pur intramezzandoli con pranzi, ricevimenti e „appartamenti“, con ballo e gioco, alia visita di altri monumenti e raccolte d’arte. Ecco la descri- zione del monastero di Klosterneuburg „lontano da Vienna circa cinque miglia. Vi é una chiesa soverchiamente adoma e di cattiva quantunque moderna architettura. Sta in una cappella medesima il corpo di S. Leopoldo duca d’Austria, ehe nel millecentotrentatré fondö detto monastero . . . Le rendite di questo monastero sono assai considerabili come si puö comprendere dal buon trattamento ehe si fanno questi religiosi, dai ricchi donativi fatti alia chiesa e da un gran palazzo da loro ultimamente fabbricato e superbamente mobiliato per uso della corte, quando si porta cola nel giorno della festa di S. Sigismondo [?]. Ci fu mo- strato il tesoro . . .: sta custodita nel medesimo la corona arciducale d’Austria con la quale si coronano tutti gli arciduchi. Ci fu detto essere in detto monastero una biblio- teca con molti manoscritti, ma non si poté vedere ... La cantina é molto celebrata per la qualitä dei vini e per la grandezza delle botti, delle quali ve n’é una ehe contiene mille barili. . .“. Altra descrizione interessante é quella della visita ai „due arsenali, quello della cittä e quello della regina. Sono tutti e due benissimo for- niti d’armi distribuiti con vaga ed elegante simetria. Con quello della regina si possono armare dugentomila uomini . . . con quello della cittä si possono armare cinquemila cittadini. Nel tempo dell’assedio si diportarono questi con molto valore e gli furono perciö dall’imperator Leopoldo accordati molti privilegi; hanno un corpo di milizie con 1’uniforme di color grigio, ehe é comandato dal governatore della cittä. I soldati di queste milizie fanno la guardia continuamente alle fontane pubbliche, perché non vi si facciano all’intomo delle immondezze. Nell’arsenale della cittä si conserva la testa di un visir [Kara Mustafa] con la corda cremisi che lo strozzb a Belgrado e con la camicia ehe si dä dal sultano ai visir, quando vanno a comandar harmata, dove sta scritta in caratteri arabi una porzione dell’Alcorano e vi sono effigiate figure telesmaniche per le quali credono superstizio- samente i turchi, d’essere preservati dalia morte“. Dopo quella degli arsenali ci viene descritta la visita al gabinetto di storia naturale, nucleo dell’attuale museo. „Esso fu comprato da Sua Maestä per il prezzo di quarantamila fiorini da monsignor [Jean] Baillou ehe poi ne lo ha fatto custode. É tenuto con molta proprietä ed é bene ordinato. Comincia dai vegetabili marini ed arriva fino al diamante. 11 meraviglioso dei medesimo consiste in una quantitä grande di pietrificazioni di diverse sorti, come diaspri, agate, alabastri, ecc. Fra le altre cose si vide un intiero dente d’elefante convertito in bellissima agata. La raccolta delle conchiglie marine é assai considerabile