Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 1. (1948)

MAASS, Ferdinand: Vorbereitung und Anfänge des Josefinismus im amtlichen Schriftwechsel des Staatskanzlers Fürsten von Kaunitz-Rittberg mit seinem bevollmächtigten Minister beim Governo generale der österreichischen Lombardei, Karl Grafen von Firmian, 1763 bis 1770

336 Ferdinand Maaß ... molto opportuno m’é stata la comunicazione della lettera del signore cardinale Alessandro Albani, che si é compiaciuta l’A. V. di confidarmi in copia nella riservata sua, perché m’ha servito per nuovamente insinuare la necessittä di soprasedere alii corrispondenti, giacché le risposte di Roma mi facevano sperare, che pqtesses presto risolversi l’affare del concordato, ed ho procurato di. fargli comprendere, ehe in questa parte si trattava del solo loro interessé, vantaggio, e comun bene, e quiete ... 23. Kaunitz an Firmian, am 10. Mai 1764. Es war Kaunitz schon lange Mar, daß es neben den römischen Vorurteilen vor allem die Intrigen des Bischofs von Como und des Veltliner Klerus waren und sind, die das römische Ministerium zu seiner unnachgiebigen Haltung bestimmen. Wenn nur nicht die Reue darüber zu spät kommt! E giä molto tempo, che ho prevveduto, e lo accenai piü volte a V. E., •che la renitenza di Roma in accordare il concordato per li signori grigioni deriva specialmente da i maneggi dei clero, e de’cattolici della Valtellina, secondati da monsignore vescovo di Como; i quali tutti mal a proposito si lusingano, ch’abbia a cadere per sempre il tanto temuto editto di ammortiz- zazione. I pregiudizj, che occupano presentemente il ministero romano, danno luogo a questi intrighi; e fra la speranza di superar questo intento, ed il timore, di aver a soffrire di peggio, si va procrastinando, e ritardando la risoluzione. Questo é il solito contegno di chi non mira al punto giusto, e ehe non si dirige con sincere, e solide misure. Spesso poi addiviene ehe al- l’indeterminazione siegua il pentimento; e tardo si conosca la vanita delle lusinghe, e la forza della verita. Io ho illuminato quanto dovea, la corte di Roma. La stessa sua taciturnitä, e i riscontri, ehe tratto tratto ho ricevuto, mi danno a conoscere, che ha inteso la giustizia del nostro assunto, e il pericolo, •ehe le sovrasta. S’io le replicassi le stesse cose, sembrerebbe, ehe diffidassi di quanto le ho esposto. Perciö io non scrivo piü nullo; e lascio, ehe quel ministero maturi la cosa a suo ben agio, e vegga, se in un punto, ehe tanto interessa il decoro della S. Sede, sia piü conveniente di secondare le mire private delle parti interessate, oppure la massima superiore di un’augusta mediatrice, ehe nel favorire un diritto delle repubblica, ehe non le si puö negare, ha esercitato, ed eserciterá finché sara possibile, l’autoritä sua, e il suo gran credito, perché la cosa si faccia dipendendemente dalia tacita annuenza del sommo pontefice; ch’é tutto quel maggior decoro, che possa procurarsi alia Sede Apostolica in concorso di un principe eterodosso. Voglio credere, che l’indifferenza, nella quale io mi mantengo, e l’approssimariJ) della gran diéta grigiona, faranno, ehe Roma si risolva a prendere il buon partito. Continui V. E. a tenere in sospeso le cose fino a quell’epoca, e sono col solito distinto rispetto . . . 1) Offenbar: approssimarsi.

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