Alba Regia. Annales Musei Stephani Regis. – Alba Regia. Az István Király Múzeum Évkönyve. 17. 1976 – Szent István Király Múzeum közleményei: C sorozat (1978)
Tanulmányok – Abhandlungen - Brizzi, G.: La "Vittoria Sarmatica" di Constantino e la propaganda Liciniana. p. 59–63.
contenuto in uno dei suoi frammenti, non è facile ritenere cristiano Y Anonymus post Dionem (Anche se questa è l'opinione generale: cfr. MÜLLER 1975, IV. 181 ; MAZZARINO 1966, II, 1, 300). Licinio aveva infatti promosso il progressivo allontanamento dei cristiani dall'amministrazione pubblica, ne aveva precluso la camera all'mterno dell'esercito, aveva proibito ogni forma associativa che superasse ambiti strettamente locali, ela sua interpretazicne in senso restrittivo dello Editto di Milano gli aveva attirato l'ostilità neppure troppo latente degli ambienti cristiani. A Costantino, per la linea da questi seguita, sarebbe dovuta andare la simpatia di un autore cristiano. Ma, prescindendo qui dal difficile probléma dell'identificazione e della datazione per il nostro personaggio (MAZZARINO 1966,11, 1,300 —310), è evidente che egli si è servito di „fonti eccellenti" {ibid., 301), anteriori probabilmente a quelle stesse deli'História Augusta {ibid. 308). L'episodio che egli riferisce è stato pertanto accettato dall'Andreotti; ma la giustificazione che è stata proposta per la strana condotta di Licinio non convince del tutto. Secondo il nostro, che accoglie un'ipotesi del Maurice (1911/12, II, 484; III, 42-43), le monete costantiniane sarebbero state fuse e riconiate secondo tipi orientali, „in rapporto al minor valore intrinseco" dei quali si prospettava la possibilità di realizzare „una fruttuosa operazione economica" (Andreotti 1959, 1016). Le obiezioni ad una simile interpretazione sono moite. L'operazione, logica forse qualora la si fesse condotta nei confronti di tutte le monete auree costantiniane, sarebbe stata un absurdum dal punto di vista economico se volta a riutilizzare gli esemplari di un solo tipo; in questo caso il costo del processo avrebbe probabilmente vanificato qualsiasi reale profitto. Il Maurice, che pure ipotizza una operazione di più vasta portata, ignora tuttavia totalmente l'affermazione deli'Anonymus post Dionem; si limita a ricordare la fusione délie „monnaies argentées" ad opera di Licinio per riutilizzare la copertura d'argento, dal momento che queste ultime venivano sostituite con la moneta enea „de 2 gr. 88, sans alliage d'argent" (MAURICE 1911/12, III, 42 — 43). Queste économie avrebbero consentito a Licinio di ammassare un ingente patrimonio, trovato da Costantino nelle casse di Bisanzio ed usato per abbellire la città e farne la sua capitale orientale( 6 ). La connessione tra la politica monetaria di Licinio e il passo della nostra fonte è opera esclusiva dell'Andreotti. Puo darsi che il solidus célébrante la vittoria sarmatica di Costantino sia stato coinvolto in un processo di più vasta portata ; tuttavia l'operazione, che permette forse utili cospicui nel caso della moneta di rame imbiancato, non sembra offrire alcun vantaggio pratico nel caso del solido d'oro ; la nostra fonte, poi, non parla affatto di una riconiazione di alcun génère, e anzi sembra sottolineare un processo di fusione (6) L'episodio è ricordato in un passo di Giuliano, cfr. Julian., Orat. I, 8: επεί δε απάντων κύριος κατέστη .... το κλεΐθρον αφελών έπέκλυσεν αθρόως τω πλούτω πάντα, πόλιν τε έπώνυμον αύτοΰ κατέστησεν... Vedi MAURICE 1911/1912, 484. (άναχωνεύων) e successivamente un impiego diverso del métallo cosi ricavato (εις ετέρας χρήσεις). Qualora la condotta di Licinio si giustifichi esclusivamente in funzione di un intento economico, si rischia di togliere ogni valore a quegli accenni oui l'imperatore sembra invece annettere grande importanza, circa la την των Σαρματών νίκην e la βάρβαρον έργασίαν, e si riducono a mere stramberie di un vecchio proprio quegli indizi che possono gettare una luce ben diversa sull'intero episodic Proprio per la sua libera circolazione nelle due partes dell'impero la moneta, soprattutto quella aurea, preclusa per sua natura ai piccoli traffici locali e destinata al grande commercio internazionale, rappresenta il veicolo ideale per qualsiasi motivo propagandistico. Ε proprio in questa funzione della moneta si deve ricercare, a parer mio, il significato dell'operazione apparentemente assurda condotta da Licinio. L'Augusto d'orienté non poteva in tal modo proporsi un generico e sterile attacco alla legittimità di Costantino; che altrimenti anche in questo caso, egli avrebbe dovuto fondere e riconiare tutte le monete del collega. Ne il motivo del gesto liciniano si deve ricercare in una „censura della rappresentazione dei prigionieri calpestati, ereditato dall'antico oriente ed abituale, del resto, nella seconda meta del secolo III d. C." (Andreotti 1959, 1016); perche se esso è présente nel follis e nel medaglione, manca invece proprio nella nostra moneta aurea. Inoltre va detto che la stessa monetazione liciniana adottá talora questo stesso tema propagandistico( 7 ). E' difficile altresi vederé nell'episodio un tentativo di „separare Crispo da Costantino Juniore" (Andreotti 1959, 1016). Ed è impossibile infine che Licinio assuma, con un gesto cosi éclatante, la difesa di „barbari fedeli all'impero", perche, corne è stato giustamente sottolineato, la moneta celebrava la vittoria di Costantino sui Sarmati e non sui Goti (ibid.). Proprio tra quest'ultima popolazione, che gravitava quasi per intero sui confini della sua pars, Licinio reclutava preziosi ausiliari da contrapporre aile forze franche, galliche, illiriche inquadrate sotto le insegne dell'avversario {ibid., 1010 — 1011). Eppure nemmeno la vittoria che Costantino consegui sui Goti, suoi federati, lo indusse ad assumere le difese della gente barbarica: l'Augusto elevo contro il suo collega occidentale una formale protesta (SuH'incursione dei Goti nel 323: Anon. Vales. 5, 21-22; Zosim. II, 21, 2; Optât. Porph., Carm., VI, 21; Aur. Vict., Lib. de Caes., 41, 13; sulla trascuratezza lungo il limes; Cod. Theod. VII, 12, 1 = Cod. Just. XII, 42, 1 - cfr. Anon. Vales : per neglectos limites eruperunt ... — sui provvedimenti di Costantino: Cod. Theod. VII, 1, (7) A parte il cosidetto Trionfo di Licinio, conservato al Cabinet des Médailles di Parigi, che seeondo R. Andreotti (1959, 1017) „smentirebbe il il significato filobarbarico della norma riferita dall'Anon. post Dionem", nella monetazione liciniana compare spesso il tema del barbaro prigioniero {BMG VIT. 377, nn. 115-116; 397-401, 438-439, 440-441). 60