Alba Regia. Annales Musei Stephani Regis. – Alba Regia. Az István Király Múzeum Évkönyve. 17. 1976 – Szent István Király Múzeum közleményei: C sorozat (1978)

Tanulmányok – Abhandlungen - Brizzi, G.: La "Vittoria Sarmatica" di Constantino e la propaganda Liciniana. p. 59–63.

1 = Cod. Just. XII, 36, 9; Cod. îheod. VII, 12, 1 = Cod. Just. XII, 42, 1; cfr. Andreotti 1959, 1023­1024) — ben diversa da questa, che sembra quasi una polemica spieciola e clandestina —, motivandola perö esclusivamente col fatto che le forze di Costantino avevano sconfinato nella sua zona per inseguire i barbari in rotta( 8 ). Licinio è impossibilitato, nella sua qualità di imperatore romano, ad assumere una posizione filobarbarica netta: ne uscirebbe irrepara­bilmente compromessa tutta la sua titolatura, che registra appellativi come barbararum gentium extinc­tor (AE, 1934, 7), come Germanicus Maximus (CIL, VIII, 22119 = Eph. Ep., VII, 616, insieme a Co­stantino; CIL, VIII, 1357 = ILS, 679 da solo. Cfr. Andreotti 1959,1032 —1033), о addirittura Sarmaticus Maximus {CIL, VIII, 22119 = Eph. Ep., VII, 616, insieme a Constantino; CIL, VIII, 1357 = ILS, 679 da solo. Cfr. Andreotti 1959, 1032 -1033), e ne sarebbe irrimediabilmente inficiata la sua veste di Romanas securitatis libertatisque uindex {CIL, III, 13734 = ILS, 8938, cfr. Andreotti 1959, 1034), fondamentale sul fronte interno. Una simile presa di posizione, apertamente filobarbarica, sarebbe, del resto, in evi­dente contraddizione con il rifiuto di accogliere entro i confini del suo regno una ßapßocpov èpyaaiav. Inoltre la funzione propagandistica délia moneta si esaurisce completamente entro i confini dell'impero; che i barbari si mostrano totalmente impermeabili di fronte a questi motivi. Non è assolutamente raro, anzi, ritrovarli nelle stesse coniazioni barbariche( 9 ), che imitano pedissequamente tipi romani e non comprendono о si disinteressano del tutto del motivo concettuale in essi riportato. La distruzione della moneta con la leggenda SARMATIA non avrebbe in alcun modo potuto agevolare lo sviluppo di buoni rapporti con la popolazione barbarica ; in primo luogo, corne già detto, perché si tratta di Sarmati e non dei Goti federati ; e poi perche in nessun modo il gesto di Licinio sarebbe stato compreso e valutato in maniera adeguata. Per giungere alla soluzione del nostro probléma occorre, a parer mio, dare qui un quadro sommario degli eventi anteriori all'episodio. La vittoria sarmatica celebrata da Costantino sulle monete è senza alcun dubbio quella da lui conseguita nell'anno 322 (Su que­(8) Anon. Vales. 5, 21 : sed hoc Licinius contra fidem fac­tum questus est, quod partes suae ab alio fuerint uindicatae. Secondo R. Andreotti (1959, 1024) „le partes suae ab alio uindicatae possono riferirsi solo alla Mesia Inferiore," probabilmente quelle „basi. . . che erano più adatte per penetrare in ter­ritorio gotico", che egli toise a Licinio. (9) Le coniazioni barbariche riprendono anche terni della propaganda militare romána. Cosï si trova ce­lebrata la uirtus Augusti о la victoria Augusti sul rovescio di imitazioni recanti l'effigie di Massimino e di Costanzo Cloro (BMC, IV.; VI, 176, n. 110a e nota). Cosi si trova il motivo del Mars Propugnator sull'imitazione di una moneta di Gordiano III {BMC, IV, 3,32, n. 162 e nota). Esistono fondati dubbi persino su un denarius di Caracalla con la leggenda VICTORIA GERMANICA (BMC, IV, 1, 245, n. 237 e nota). sto fatto non esistono dubbi : RIC, passim ; Andreotti 1959, 1016). In questo momento è ormai prossima la definitiva resa dei conti tra i due Augusti. Fin dalla brevissima guerra civile del 315 non solo si era mani­festato tra essi un contrasto insanabile di personalità, di costumi, di tendenze ; ma si era profilato inevitabile uno scontro risolutivo per la riunificazione dell'im­pero sotto un solo sovrano (Praxag. 219. T. I. Jacoby e comm. ; Eus. Hist. Eccl. X, 8, 1, ss. Vita Const. I, 47 ; Aur. Vict., Lib. de Caes. 41, 2, ss. Eutr. X, 5; Epit. de Caes. 42, 1, ss. Anon. Vales. 5, 22; Lact., De mort, per s. 46, 12; A non. de rebus bell. II, 1 — 3; Andreotti 1959, 1011). Fino da allora il vecchio sol­dato, ch'era stato compagno di Galerio, si era tro­vato in difficolta di fronte alla fresca energia del giovane collega, cui aveva dovuto cedere l'Illirico (Andreotti 1959, 1005-1008), conservando in Eu­ropa la sola provincia di Tracia. Ne meglio erano andate le cose per Licinio quando questi aveva ten­tato di riprendere l'iniziativa, dopo la nascita in Are­late del figlio di Fausta, Constantino II (Epit. de Caes. 41, 4; Zosim. II, 20, 2; Andreotti 1959, 1011). La nomina di un nuovo Augusto, nella persona di Au­relio Valerio Valente, il dux limitis della Moesia Inferior (Anon Vales 5, 17; Zosim. II, 19, 1; 20, 1 parlano di cesarato; Epit de Caes. 40, 2; Petr. Patr. frg. 15 = MULLER 1975, IV, 189 pongono invece Valente su un piano di compléta parità con Licinio, cfr. Andreotti 1959,1012), gravissima provocazione da parte di Licinio, condusse ad un nuovo scontro, di esito incerto, nella piana dell'Arda, presso Adriano­poli (Anon. Vales. 5,17 ; Zosim. II, 19,1, ss ; Petr. Patr. frg. 15 = MULLER 1975, IV, 189; Andreotti 1959, 1014). Malgrado Licinio avesse ottenuto, con lo spregiudicato sacrificio di Valente (Epit. de Caes. 40, 9; Anon. Vales. 5, 18; Zosim. II, 20, 1; Petr. Patr. frg. 15 = MULLER 1975, IV, 189; Andreotti 1959, 1014), il riconoscimento del cesarato al figlio (Cons. Const. = Chron. Min. I, 231; Aur. Vict., Lib. de Caes. 41, 6; Epit de Caes. 41, 4; Anon. Vales, 5, 19; Zosim. II, 20, 2; cfr. Andreotti 1959, 1014), l'iniziativa restava sempre nelle mani di Costantino. Anche il tempo lavorava per lui : che nell'ordine di successione Crispo precedeva Licinio Junior e Costantino Junior; e ben presto non vi fu più alcun dubbio sul fatto che Costantino intendesse, appena possibile, denunciare l'accordo cui era stato costretto, e non solo esclu­dere il giovane Licinio dalla successione, ma ripren­dere anche di persona il controllo della parte orien­tale^ 10 ). Restava poco tempo al vecchio soldato per cercare di puntellare la precaria posizione del figlio. Nel 322, tra la primavera e Testate, Costantino scon­fisse i Sarmati a Campona (Zosim. II, 21; Optat. (10) Viene ripreso da Optat. Porph. Carm., XI. 4, ss.XH, 1 ss. il tema della libertà per la pars orientale opp­ressa e si auspica la riunificazione dell'impero; mo­tivo riecheggiato da molti altriautori: Praxag. ; Eus. Hist. Eccl., X, 9, 2 ; Vita Const. I, 49, 1 ; П. 3, 2"; Lact., Diu. Inst., I, 1, 13-16; VII, 27, 11 -17; Andreotti 1959, 1016. 61

Next

/
Thumbnails
Contents