Levéltári Közlemények, 76. (2005)

Levéltári Közlemények, 76. (2005) 2. - FORRÁSOK - Kruppa Tamás: Okmányok és iratok a tizenöt éves háború időszakából, 1594–1597 / 51–92. o.

Kruppa Tamás: Okmányok és iratok a tizenöt éves háború időszakából (1594-1597) perché loro hanno buoni cavalli e sono bravi, et i nostri sonno galinari e homeni da niente e pero signor Iddio non ci aiutera e tanto piu, perché quelli che sonno delli nostri stati piü bravi sonno manchati, parte nel fatto di arme, seguito l'anno passato e parte di malattia. Et che l'anno passato siamo stati 2 mila di bandiere rosse e dalia banda destra del Gran Turcho, et hóra non siamo mille e perö la cas­sa ottomana perisce. Siche andarete avanti, dove vederete quanti spahiogliani sonno a cavallo, e quanti a piedi avanti e doppo il serdaro, che quanto gli ha detto tanto ha trovato essere verő havendolo visto con proprii ochi; et ancho che li cava­li eranno mai conditionati parte de quali eranno menati a manó. Alii 8. di detto apresso a una villa Turchescha presimo l'alogiamento dove trovamo li padiglion­ni del generál Satergi Mehmet bassa, il quale ivi il seguente giorno arivo et alog­gio, et viddi con proprii ochi che seco non eranno piu che 1200 homeni e 40 delli bascie spahioglani con lancie e bandire rosse 34. e con gialli 24. selehtari con ban­derole bianche, 16 H altri eranno senza lancie et bandiere. Et di camelle mena seco il bassa da 2 mila quasi ciaschuna di esse tiene sopra il sommarola bandierolla e sonno di piu colori e cio per far alli christianni aparire magiore é piu copioso l'es­ercito loro. Con il magiordomo del copanschi bhey, ando ancho detto Nicolo dal serdar bassa chiamato da lui, per farli compagnia et entrati dentro al suo padiglio­ne col qual bassa il detto magiordomo ragiono quelo gli occorse. Poi il bassa volta­tosi verso Nicolo lo domando di dove fusse il magiordomo disse che era suo com­pagno; E perö il bassa domando a tutti che dite se questo anno vogliamo combater con li christianni, Nicolo rispose signore combateremo si piacéra al signor Iddio. II bassa gli respose delligium cioé valenthuomo, non habbiamo cavali che tra li Tur­chi non si trovano per essere tutti periti, e volendo far riverenza, per far il comita­to il bassa gli disse che aspetassero sin che uscisse il mangiare, che aparechiata che fu la távola sua gli fece seder e mangiar secho. Poi alli X. arivamo in Andreno­poli 47 di dove alli XI. partendo arivamo in Ciorlia dove scontramo uno ciaus, il qu­ale ci portó nova, che egli dal Gran Turcho era mandato dal serdar bassa, con or­dine che marcia piano, perché hanno fatto la pace con li christianni, per la qual cossa li turchi del paese facevanno grandissima alegreza. Ma poi per strada inten­demo esser falsa tal nova. E perö i Turchi di novo restorno con grandissimo dispi­acere, e col biastemar. Alli XII arivamo in Ciechmegge dove intessimo che il gran turcho haveva fatto pianter li suoi padiglioni fuori di Constantinopoli. II che trovo che fu verő, et ancho che il Gran Turcho era sotto di loro, ma non afine di andar álla guerra, come si era levata la voce, ma per fabrichare uno padiglione in un suo giardino. E ben verő che lui haveva volunta di esser questo anno álla guerra, ma non li lasscio la madre. E pero, per Constantinopoli si va publichamente dicendo che sonno duo signori uno é sultan Mehmet, l'altro é la sultanna 48 sua madre, la quale et non egli il tuto governa et questo fu sotto 13. di detto. II qual giornno ent­ro in Constantinopoli. Alli XIIII. detto intesse da persone degnie di fede, et che con propri ochi hanno visto partire da Constantinopoli 25 galere per congiungersi con altre 25 che si tratenivano álla guardia del arcipelago molte mai conditionate. Ma: Edime, Törökország. A szultán anyját Szafijének hívták. 87

Next

/
Thumbnails
Contents