Levéltári Közlemények, 44–45. (1973–1974)

Levéltári Közlemények, 44–45. (1973–1974) - Balázs Péter: Viale Prela bécsi pápai nuncius jelentései az 1848. évi magyar forradalomról / 3–30. o.

Viale Prelà bécsi pápai nuncius jelentései az 1848. évi magyar forradalomról 21 Finora sono stati adoprati tutti i mezzi per eccitare i croati, i Serbi, i Valachi etc. contro la dominazione dei magiari. L'impulso è stato dato, ed è stato da quelle popolazioni seguito; se or queste col Jelacic alla loro testa non ottengono quello che avevan domandato, e che per ottenere il quale avevan preso le armi, saranno esse disposte a contentarsi di ciò e a desistere dal far la guerra. Quando si tratta di guerra civile è molto più facile di spinger la med.a che di riuscire a porre un ter­mine e questo si può temere sia per essere il caso in Ungheria. La cosa vantaggiosa in tutto quest'affare si è che L'Arciduca Stefano più non si trovi in Unghe­ria. Il med. о è ben lungi dall'aver corrisposto alle speranze che di lui si eran concepite. Nei mesi di Marzo e seguenti egli lungi dall'occuparsi di tutelare le prerogative regie, come sarebbe stato suo dovere, si è fatto anzi strumento del partito dei magiari per costringere in alcuna maniera l'Impera­tore a rinunziare alle prerogative medesime. Nei mesi sudd.i la corte di Vienna si trovava in uno stato sommamente precario, essendo minac­ciata di esser divorata dal fuoco che ardeva in Italia, nella Boemia, e particolarmente in Vienna; ora i Magiari han profittato dei pericoli da cui era minacciato il potere imperiale per estorcere dal­l'Imperatore delle concessioni che rendevano il potere reale in Ungheria ad una cosa presso che di solo nome. L'Arciduca Stefano lungi dal resistere a siffatte esigenze si recava anzi egli stesso a Vienna in un coi capi della fazione dei magiari ed affine di espugnare direi quasi la resistenza che era ap­posta dall'Imperatore, dichiarava che ove S.M. non facesse le concessioni domandate, egli rasseg­nerebbe la dignità di Palatino, dal che risulterebbe che la repubblica fosse per esser proclamata m Ungheria. Lo stato delle cose in quel regno si può temere che sia per restar sconvolto ancor per lungo tempo, tanto più che ambedue i partiti non sono menomamente disposti a cedere cosa alcuna delle loro pretese. Se i regimenti croati si assoggettano all'ordine ora emesso dall'Imperatore potrebbe la forza militare essere impiegata per impedir la guerra civile, ma quand'anche questo accadesse, non so quale fosse per esserne il successo. 321. Dispacci alla Segreteria di Stato. N. 52. Tartalmi kivonat: A magyarországi és horvátországi haderők Lamberg parancsnoksága alá helyezésének vár­ható következménye: megakadályozhatja a horvátokat, a szerbeket és románokat abban, hogy Ma­gyarország ellen támadhassanak. István nádor lemondása Magyarországon a köztársaság kikiál­tását eredményezheti. Félő, hogy ebben a« országban még sokáig zavaros marad a helyzet. 24. Affari d'Ungheria. 28 Settembre 1848. Mi reco a dovere di rassegnar qui unita all'È. V.R. traduzione del manifesto di S.M. l'Impe­ratore di cui ebbi l'onore di parlar nel mio dispaccio N. 52 non che quella di una proclamazione che è annessa al manifesto medesimo. Nel manifesto dell'Imperatore vien dato cenno come la S.M. alcuni giorni fa avesse fatto co­noscere le sue intenzioni alle popolazioni dell'Ungheria. Queste intenzioni nessuno le aveva cono­• sciute perchè eran contenute in un manifesto imperiale che non era stato pubblicato e che è comparso alla luce questa mattina. In detto manifesto vien espressa la determinazione di S.M. di mantener nell'Ungheria un sis­tema tanto in riguardo alle finanze che rispetto all'armata, che sia in armonia colla prammatica sanzione, coi veri interessi della nazione. Che cosa or sia accadere non è a prevedersi. Nel manifesto viene ordinato al commissario militare, cui è affidato il comando generale delle truppe in Ungheria di ristabilir la tranquillità in quel regno e di dar l'ordine al Bano di Croazia di sospender le ostilità; ma vi sono molti che credono che il Jelacic non sia per obedire all'ordine dell'Imperatore, il che se accadesse renderebbe la cosa ancor più complicata e più confusa. Vien detto nel manifesto che già delle pratiche sono state fatte per condurre gli affari d'Ungheria ad un soddisfacente aggiustamento, ma si può prevedere che difficilmente tali pratiche sieno per avere un buono risultato. Gli ungheresi che ora si trovano alle strette procureranno di guadagnar tempo per trarsi dalla posizione direi disperata in cui si trovano, ma difficilmente si determineranno ad acconsentir che l'Imperatore revochi le concessioni che aveva loro fatte; dall'altra parte i croati restan fermi nelle loro domande, per cui lo stato delle cose diverrà sempre più complicato e confuso e finalmente si avrà ricorso di bel nuovo alla forza delle armi. 321. Dispacci alla Segreteria di Stato. N. 55.

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