Thallóczy Lajos: Jajca (bánság, vár és város) története. (Budapest, 1915. Magyarország melléktartományainak oklevéltára. Codex diplomaticus partium regno Hungariae adnexarum 4.)
farrö, si vederö andare la expeditione di tal sorté, che indiche, che siano per mettere le vittuaglie, perché altramente non vo' essere causa die perdere lo dinaro e la gente. In questo mező verrá la resposta del re de Pollonia, si porrá venire al conventi per San Martino, et si dirrá di si, il re andirá omnino in Moravia. A questo ho consentito, perché desidero quello convento cum lo re per li negocii di la fede, et perché vedo, che in le cose di Jaiza et concordia di Sclavonia et ad retenire li signori di Croatia T cosi lo porrá fare il re in absentia como in presentia. CCXXXIX. Buda, 1525. okt. 29. B. Burgio Antal levele Sadoleto Jakabhoz Jajczáról. Fraknói V.: Mon. Vat. II. sor. I. köt. 276—7. 11. Reverendissimo Monsignore et patroné honorandissimo. Poi di le ultimé di vostra signoria, che foro di li XVII. del passato, io non ho havuto altre -lettere. Le mie ultimé son state di X. del presente. Quello, che di poi di le mie é occorso, é questo, che la maestá sua have postposto la gita sua in Sclavonia. La causa publica é per la paura di la peste; ma la vera causa é, che inteso che hebbero Turchi la gita di sua maestá in Sclavonia, sí prepararo di tal sorté in la Bossina, che sua maestá non potendo andare gagliarda como si requidea, é stata constritta non si partire et perdere la dispesa, che have fatto cum tutti li signori; have anchora a me costato la parte mia; perché mi ho dispese la provisione mia per tre mesi, che sono anchora a venire ; la qual spesa si havessemo fatta per assocorrer Jaiza, como io dicea, facilmente haveriamo assecorso. Et serrá pegio, ché quelli, poi che haverano nova, che sua maestá non partirá piú, trovandosi provisti et congregati, farrano una excursione tale, che ci