Folia archeologica 52.

Mészáros Orsolya: Egy 15. századi toszkán üvegműhely

Е (Л 15. SZÁZADI TOSZKÁN T VF.C.MCHKI.Y c[i]oè disinare e cena e collazione, e bisongnia sempre vino bianco per la notte e la mattina, mentre che lavorano, e poi a pasto vino vermiglio. Bisongnia el mese circa di staia 20 < 1 i pane per L. 1 s. 10 lo staio L. 30 К per barili 15 incirca di vino, a s. 30 barile L. 22 s. 10 E per da mangare l'un di per l'altro, col sale, aceto, olio, agresto, starne e altro circa di s.30 el di, che fanno in circa I.. 45 Al fabro per racconc[i]atura di fen i о più о menő secondo che sono buoni, el mese circa di !.. 12 Monterebe la spesa per un mese, come si vede, circa tli I,. 854 s. 7 in circa. Ora s'à a vedere quello che faranno questi 8 lavoranti 'nun mese, e quello che vale per lo meno, c[i]oè: È maestro che fa le guastade, ne fa 300 el di, e perché si vendono a dozine, fo che le sieno 8 dozzine el cento, e per le rotte che torneranno ancora meno, pure fo cost; e puossi rag[i]onare che le pesino once 3 l'tma per faltra delle guastade, che cosi fa 300 el di delle piccole come di quelle de mezetta о terzieri; di quelle di boccale fa meno e logora più vetro, e pesano libbre 75 fatte le 300. E perché si fa 22 di lavo­ranti el mese, vengono a essere di peso el mese libbre 1650 (nel margine sinistro: lib­bre 1650 lavorato); e rag[i]onasi la dozina di dette guastade l'tma per l'altra soldi 8 la dozzina che per 24 dozzine el di ntontano L.9 s. 12, e per 22 di lavoranti el mese montano L.210 s.4 L. 210 s. 4 E perché e' v'è uno degli otto lavoranti о maestri che si chiama el conc[i]atore, che atende a conc[i]are la fornace e tramutare el vetro e fare di mold esercizi per la for­nace, viene a lavorare poco e fa el di circa di ftaschi 100, che non sa fare altro, e fo che pesi f'uno once 6, the sono libbre 500 el di, ed è tutto vetro vechio, che sono per 22 di lavoranti libbre 1 100, e fogli L.5 el cento, che sono in 22 di L.210 di va­luta ' I- 210 Sonci sei altri lavoranti, che fanno el di fra tutti 3000 bichieri, che pesa el centinaio circa di libbre 8, che sono libbre 240 el di, e per 22 di lavoranti montano libbre 5280 e faregli che vaglino s.25 el cento, che sono L. 12 s. 10 el migliaio, e per 3 migliaia el di L.37 s. 10, e per 22 di lavoranti montano L.825 I,. 825 E perché nel tramutare el vetro per la fornace e di fuori nel portale e trassinare stimo se ne strazi el di libbre 25, e massime quando si rompe de vasi, che fanno la somma di libbre circa 550. E perché voi potresti dire, questo conto non si riscontra, perché tu mostri che bisog­ni miglaia 11 di vetro cotto, e lu ne mostri lavorato 8480, viene cla questa cag[i]one, che quello conto io 5 fatto, l'ö fatto in su quello lavoro che se ne logora meno, per­ché invero el maestro delle guastade el più del tempo fa guastade. Ma è vi sono di moite giornate, e massime le vigilie delle feste, che si lavora più vetro assai in quel di a fare lavori grandi, come rinfrescatoi, guastade grandi, fiaschi grandi e moite cose che sarebbe lungo al dire, che si lavora assai vetro, che non se ne pu6 fare conto. Eppoi nell'utimo si lavora tutta la fornace a fiaschi per una settimana, che si logorerà taf di libbre 1500 о 2000 libbre di vetro el di, e perô non si puo riscontrare. E ancora potresti dire, Tu mi fai che la spesa sia d'un mese L.9 14 s. 7, el lavoro monta L. 1245, 4 e sottrae e resta come si vede L.330 s. 7: questo sarebe buono guadan­gtiio, perché si vede in tutto si fa per un mese colla spesa délia fornace e masseri­zia e ongni cosa con 1200 lire, e pare che si guadangni el 1/3: questo sarebe buona faccenda. Ora bisongnia che io vi dico in pro e in contre più cose. La prima che voi avete a met­tere la casa fatta e tutte le masserizie che bisongnia a una famiglia; l'altra che s'à a teuere gharzoni a salario, e muli 2 almeno; l'altra ch'el lavoro che io mostro che si fara, è quello che vale, è vero, ma se ne romperà nello stare e nel portare più che io non vi mostro, secondo che sarà bene lavorato e bene pulito, perché tutti e lavo­ranti non sono a un modo; e tuttavia non va cosi a punto più e meno la volontà di Dio e la diligenzia e la Ventura dell'uomo, perché questa è un'archimia e sottopos­la al fuoco e all'uomo.

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