Folia archeologica 3-4.
Pásztoryné Alcsuti Katalin: Giovanni Cornaro pecsétgyűrűje
C. PÂSZTORY-ALCSUTI : L'ANELLO-SIGILLO DI GIOVANNI CORNARO 279 mente in qualche epoca. Il cerchio degli anellisigillo ungheresi, dell'epoca della casa arpadiana (ss. XI —XIII), se fatto, come questo, da un pezzo colla testa e non saldatovi di sotto,, è, anche allora, molto più stretto e vi mancano le rughe menzionate. Purtroppo non ho trovato nessuna analogia, nemmeno in Italia, fatto, che non significa però la loro mancanza. Essendo morto assai vecchio il proprietario dell'anello, l'anello può essere stato fatto nei due ultimi terzi del Ducento. È questa la causa del fatto che ho preso le analogie dal Ducento, come anche dal Trecento, perchè può accadere che un oggetto dei primi decenni del Trecento, stia più vicino al nostro anello, come un altro del principio del Ducento. Passando all'intaglio della testa: non si può nemmeno trarre delle conclusioni, concernenti l'età dell'anello, dallo scudo incisovi, perchè non ha l'elmo al di sopra, da cui forma e ornamento si potrebbero trarre delle conclusioni sulla sua epoca di origine. È appunto la fine del s. XIII, quando si comincia a mettere l'elmo sul blasone. Rende inoltre difficile la determinazione dell'epoca dall'arma il fatto, che questa è del tutto schematica, priva di ogni ornamento figurale, anzi di quello di piante. L'arma partita, a metà in oro liscio, ed all'altra metà a fondo scavato e damascata, rappresenta l'arma partita d'oro e di azzurro della famiglia Cornaro. Poiché, come ho già menzionato, non ho trovato nessun anello analogo, non posso fare altro che prendere le analogie dalla sfragistica italiana, essendo fatto spesso da sigillari l'intaglio di tali anelli-sigillo. T. I. fig. 4 mostra la stessa forma di scudo la quale si vede sul nostro anello. È il sigillo trecentesco di Enrico de'Ficieni. 1 6 Il sigillo su t. I. fig. 5 (sigillo trecentesco di Landolfo da Sessa) 17 ha anche uno scudo simile, ma non tanto rotondo al basso. Tra i numerosi esempi non darò, che uno per dimostrare quanto era in voga di damascare una parte dello stemma, come segno di distinzione dei colori. Questo esempio è il 1 6 Da G. Schlumberger e A. Blanchet: Collections Sigillographiques (Paris, 1914. pag. 129, tav. XVIII, n°. 31). Il sigillo fa parte della collezione Schlumberger. 1 7 Sphlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 123, tav. XVIII. n°. 5. — Collezione Schlumberger. 1 8 Schlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 126, tav. XVIII, n°. 33. — Vecchia collezione Charvet. sigillo di Alberto Bravi, dalla fine del Ducento, o dal principio del Trecento 1 8 (t. I. fig. 6). Anche l'iscrizione dell'anello del Cornaro corrisponde pienamente alle iscrizioni italiane dei ss. XIII e XIV. Essa consta di caratteri molto più leggibili e regolari delle iscrizioni ungheresi e scarseggia del carattere gotico delle iscrizioni contemporanee francesi e tedesche. Nelle iscrizioni italiane, le lettere latine non mostrano, l'influenza delle lettere gotiche che alla fine del Ducento, così nell'H, scritta spesso ß e nell'N ed M, scritta tante volte 17, cioè TQ. Si ritrovano, quell ' ß e quell'i?, anche sull'anello del Cornaro. — Confermo il carattere italiano dell'iscrizione con parecchie analogie: Il sigillo di Nicolò Querini, bailo di Acri (1263, o. 64—1274), nel Civico Museo Correr di Venezia (t. I. fig. 7), — il sigillo trecentesco di Rugeri Rugerio 1 9 (t. I. fig. 8) sul quale si vede, come anche sul precedente, il leone alato di S. Marco ed il quale per conseguenza può anche essere veneziano, — il sigillo (già menzionato per la forma del suo scudo) di Enrico de'Ficieni (t. I. fig. 4), — il sigillo di Federico IL, della prima metà del Ducento, a Roma, nella collezione Corvisieri, del Palazzo Venezia (t. I. fig. 9), — il sigillo ducentesco della parte guelfa di Siena (t. I. fig. 10), nella Biblioteca Municipale di Siena 2 0 — e finalmente il sigillo parmense di Alessandro Pallavicini, circa il 1316 (t. I. fig. 11), nel Museo di Parma(?). 2 1 Il testo dell' iscrizione corrisponde, anche per quanto al suo contenuto, al testo dei sigilli italiani contemporanei, appartenenti a persone private: Non sono un fatto isolato l'S iniziale, solita abbreviatura di «sigillum» e, neanche la lineetta orizzontale che tramezza l'S. Tale modo di abbreviatura si vede sul sigillo ducentesco del capellano di Santa Boel(?) 2 2 (t. I. fig. 12). Bisogna aggiungere ancora che si soleva tagliare l'S anche verticalmente, ovvero mettervi dopo un punto, o un' apostrofe. Tutti questi erano 1 9 Schlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 138, tav. XX, n°. 17. — Collezione Schlumberger. 2 0 I due ultimi da Pietro Toesca, Storia dell' arte italiana (Torino, 1927. I, tomo secondo, pag. 1122, risp. 1125). 2 1 Da Luigi Pigorini, nell' articolo Sigilli parmensi di Alessandro Pallavicini e di Niccolò Sanvitale, in Periodico di Numismatica e Sfragistica IV. (Fase. I.). 2 2 Schlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 108, tav. XV, n°. 21. — Collezione Schlumberger.