Folia archeologica 3-4.

Pásztoryné Alcsuti Katalin: Giovanni Cornaro pecsétgyűrűje

280 C. PÁSZTORY-ALCSUTI: L'ANELLO-SIGILLO DI GIOVANNI CORNARO segni di abbreviatura e segnavano l'accorcia­mento della parola «sigillum». — Troviamo la prima metà dell' iscrizione del nostro anello, cioè S. IOßATilS invariatamente (salvo il modo di abbreviatura della parola «sigillum») sul si­gillo di Giovanni da Colonna, della fine del s. XIV 2 3 (t. I. fig. 13). Anche la desinenza del geni­tivo latino del nome italiano Cornaro (Cornarii) è un fenomeno del tutto abituale, anzi ripetentesi regolarmente. Neanche la contrazione delle let­tere A ed R (Al), la quale si trova in questa parola, è fatto eccezionale. Si ritrova lo stesso sul sigillo ducentesco del maestro Guglielmo, canonico parmense 2 4 di cui iscrizione è se­guente: + S'MAGRI GVILLIÖLTT7I CNOICI PMnei (t. I. fig. i4). In base elle analogie, enumerate, bisogna Budapest 2 3 Schlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 128, tav. XVIII, n°. 32. — Collezione Schlumberger. dichiarare che l'anello è un lavoro italiano del Ducento. Anche questo fatto serve a rinforzare la nostra opinione che l'anello avesse appartenuto al patrizio veneziano, Giovanni Cornaro, zio materno di Tommasina Morosini, madre del re Andrea III. d'Ungheria, che la avesse accom­pagnato, o soltanto seguito, tra il 1291 ed il 93, in Ungheria e che deve esser trattenutosi colà per sei mesi. L'antichità dell' anello gli presta già un grande pregio ed anche il fatto che fosse rimasto tutto intatto. Ma forse è più importante ancora che, con quest' anello, ci venne serbato un oggetto d'arte, prova interessante e palpabile dei nessi storici, cioè culturali italo-ungheresi, i quali si stendono in dietro, sino all'epoca degli Arpadi in Ungheria. Catterina Pásztory-AIcsuti. 2 i Schlumberger e Blanchet: Op. cit. pag. 106, tav. XV, n°. 15. — Collezione Schlumberger.

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