Fogorvosi szemle, 1937 (30. évfolyam, 1-12. szám)

1937-11-01 / 11. szám

532 tologo, quando, con l’amico Polacco curai la traduzione italiana della sua „Odontoiatria Pratica“. Come uomo di scienza, Giuseppe Szabó poteva sembrare un ’austero, nella vita privata un misantropo! Ma chi, come lo scrivente, ebbe la ventura di potersi awicinare alia sua grande anima, ben presto lo riconosceva affettuosissimo, modesto, leale, semplice. Un grande semplice, come tutti gli nomini veramente grandi! La sua anima era limpida e tenera come quello di un fan­­ciullo: cosi ancora io lo ricordo, tutto pervaso di infantile gioia, laggiü nell’Umbria verde e dolce, vicino alie fonti dei Clitumno, e nella piccola cella da anacoreta, all’Eremo di Monteluco, sopra Spo­­leto, dove nel 1926 il buon Piperno ci aveva invitati; cosi ancora 10 penso, nella sua bella casa di Budapest, e mi sowiene di un curioso episodio ehe tutto rivela il buon amico scomparso! Pranzo di etichetta quel giomo in casa Szabó! io sedevo a lui vicino sotto lo sguardo vigile della sua consorte gentile, ehe ben conosceva ... Ia grande passione dei marito ... quelle dell’eterna sigaretta! Ma il pranzo era appena iniziato e Szabó non poteva fumare... era inquieto ed intento a far passare il suo ben capace portasigarette d’argento da una tasca all’altra del suo vestito! Ad un certo momento mi sentii toccare e vidi porgermi da lui, sotto­­mano, una sigaretta accesa ... Compresi subito ... e lo accontentai, a costo di fare il maleducato... per lui! Dopo la mia prima boccata di fumo, sotto gli occhi stupefatti della Signora Szabó, egli accen­­deva la sua sigaretta, con una voluttá ehe non potró dimenticare, con la stessa gioia di un bimbo, che sa di poter compiere un’azione proibita perché scusato dall’esempio di un’adulto!... Durante il Congresso Stomatologico di Venezia, egli ebbe ad osservare, tra gli altri antichi libri di stomatologia colá esposti, la bella edizione del Plenck, stampata dal Pezzana: seppe che io ne ero il propietario, e subito mi corse incontro per domandarmela. Gliela donai senz’altro, ed egli allora mi abbracciö, in pieno publico, con la stessa effusione che un bimbo manifesta dinnanzi ad un grande e desiderato regalo! Caro e bírón amico, Maestro insuperabile, come potrb io dimen­­ticarti? E’qui nel mio studio, fra i tanti libri, la tua „Odontoiatria Pratica“ che é, nella sua edizione italiana, un pochino... anche la mia piu bella fatica! Nella pareta, di fronte al mio tavolo di lavoro, quasi sacrario alia memoria, vicino a quella di Cesar e Cavina sta la tua fotográfia che, con affettuose parole, mi donasti nel 1928, quando 11 tuo bel libro fu tradotto in italiano „nuovo vincolo spirituale fra

Next

/
Thumbnails
Contents