A Fővárosi Könyvtár évkönyve 1939
Kelényi B. Ottó: Egy magyar humanista glosszáí Erasmus Adagia-jához
138 Le glosse di un umanista ungherese agli Adagia di Erasmus. di B. O. Kelényi. (Riassunto.) Lo spirito ungherese non rimase indifferente né estraneo a quel desiderio di rinnovamento che si afferma nell’Europa sullo scorcio del Medioevo e che trova la sua espressione negli ideali del mondo classico greco-latino. La storia della letteratura e la storiografia ungheresi ricercano ora e studiano con particolare interesse il diffondersi deH’umanesimo in Ungheria e specialmente le sue ripercussioni sul piano sociale. Colla presente pubblicazione la Biblioteca comunale intende chiarire con nuovi dati la vita spirituale ungherese nei primi decenni del Cinquecento, inquadrandola nel mondo spirituale dei seguaci di Erasmo da Rotterdami quali costituivano un gruppo predominante dell’umanesimo in Ungheria. L’occasione ci è offerta dal fatto che la nostra Biblioteca ha acquistato recentemente per mezzo della libreria Gilhofer & Ranschburg di Vienna l’edizione aldina del 1508 degli Adagia di Erasmo, la quale aveva attirato la sua attenzione perché secondo l’annotazione che si legge sul foglio di guardia, il volume era stato posseduto da un lettore ungherese di Erasmo che lo aveva comperato a Buda. Infatti sul foglio di guardia del volume, rilegato in pelle di vitello e completamente integro prescindendo dalle inevitabili tracce di tarlo, si legge la seguente annotazione : »liber Thomae Pelei Pannonii Budae emptus florenis IJ anno domini 1515«. In numerosi luoghi del libro si leggono altre annotazioni autografe che sono parte indipendenti e parte si riferiscono al testo degli Adagia, e che ci offrono notizie caratteristiche sulle circostanze della vita di Tommaso Pelei, sulle condizioni generali dell’Ungheria, e specialmente sulla sua cultura, chiarendo anzitutto che il Pelei faceva parte del circolo spirituale di Erasmo da Rotterdam. Considerata come »spazio spirituale«, l’Europa centrale dimostra evidenti affinità col mondo di Erasmo, il quale appare legato da numerosi vincoli a questa zona d’Europa ed attraverso ad essa, aH’Ungheria. Ma tale circostanza non è stata messa in rilievo dalla storiografia occidentale nemmeno nelle monografie pubblicate in occasione del recente centenario erasmiano. E dire che non vi è nazione in Europa che come l’ungherese rifletta fedelmente nella propria lingua quella umanità che è appunto l’elemento essenziale, anzi il contenuto stesso, della dottrina di Erasmo. Il centro più importante del culto di Erasmo era precisamente la Corte del re d’Ungheria Lodovico II. Gli umanisti del re usavano nella loro corrispondenza col principe degli umanisti un tono tanto confidenziale, come se fossero suoi amici intimi. Si spiega così la sincera simpatia che Erasmo nutriva per l’Ungheria, il fatto che egli ricorda tante volte le tristi conseguenze della tragica morte del re, g che si esponga decisamente per il »bellum Turcis inferendum« come se fosse anche lui figlio della Pannonia. Uno dei compiti più interessanti delle ricerche sull’umanesimo ungherese è assodare quali fossero sull’inizio del secolo XVI gli strati sociali ungheresi che accolsero la cultura umanistica e l’ideologia di Erasmo. Il centro di questa cultura è, in Ungheria, la Cancelleria reale di Buda, da dove derivano quasi tutti quegli