VJESNIK 19. (ZAGREB, 1917.)

Strana - Sveska 1. i 2. - 29

Queste cose dette da un' uomo in credito appresso la Provincia e per talenti, e per onestà, e per modi fecero negli animi della maggior parte delle persone perdere la speranza, che avevano di un rissorgimento degli affari della Repubblica. Trovè chjs si era mal fatto ad unire la Provincia col mezzo de' Deputati, mentre diceva toccar il Governo ail' Estraordinario, e al Consiglio Nobile della Città, e non a far prendere uno spirito di dominio aile Popolazioni delle Bocche indomabili per se Stesse, immorali, e violenti nella maggior parte ; che cosi si si esponeva a divenire schiavi delle loro opinioni ; che era miglior cosa che ogni territorio dovesse pensare per se, giacchè tutti volevano comrnandare ; e che in caso di violenze era miglior partito, che i galantuomini po­nessero a repentaglio la loro vita col diffendersi in città, che coll' esporsi a dover fare quello, che le communità Greche volevano. Arrivö in C. Nuovo per via di Ragusa il Cap°. Zivcovich da Ve­nezia spedito da quella Municipalità con lettere pubbliche dirette ad ogni Communità, eccettuate la Città di Cattaro, e Dobrota, e con una per il Vladika di Montenero. Il sud 10, Cap°. fermatosi in C. Nuovo sua Patria tre giorni senza esibire le lettere, e subodoratasi da quel terri­torio la di lui commissione, i territoriali portatisi in C. Nuovo tumul­tuarono per un tal fatto a segno che minacciavano d' inveire contro esso, trattandolo da Francese, e incolpandolo di sinistre intenzioni, e di maneggi nascosti nel territorio, e nella vicina Lustiza per trarre con promesse e con danaro al partito della Municipalità le persone che avevano un qualche partito, e una qualche influenza. Fù obbligato di comparire d' innanzi al territoriale Consiglio a discolparsi dicendo, ch' egli era stato man­dato al Congresso Provinciale delle Bocche dalla Municipalità con lettere, ma che non essendossi desso ancora unito, egli si era risservato di presentarle al momento della di lui unione : ch' egli volontario non si aveva incaricato di una tale missione; ma che per poter partire da Venezia, e cosi liberarsi, aveva preso un taie partito (ciö forse lo di­ceva per togliersi ail' imputazione di esser Francese odiosissima qui, e pericolosissima) ; ch' egli consegnava le lettere onde fossero fatte arrivare al Congresso. In questa maniera egli si disimpegnö, e per le­varsi da qualunque pericolo parti la notte susseguente per Ragusa. Quelli delle Ville di Crivoscie, e di Ubli territoriali di Risano in questi giorni si portarono in numero di sessanta aile prime Ville mon­tane di C. Nuovo, e per tre giorni cercarono di derubbarne gli animali, che pascolavano, ed ebbero in parte il loro intento, trasportandone perö un picciolo numero; ma si dovettero battere fra que diruppi, dove lasciarano uno di loro uciso, e ferirono legermente un solo di quelli delle Ville, che assaltavano. I Risanotti mossi dalla cupidigia di utilizzare sotto qualunque prettesto dalle circostanze, vennero in Perasto, e dissero, che non si

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