VIESTNIK 9-10. (ZAGREB, 1941.)

Strana - 108

108 Queste misure approvate dai Professori furono da me pro­poste a guadagno di tempo, e colla lusinga, che nel lasso di 8. giorni, i traviati avrebbero potuto conoscere il loro fatto, e po­tevano tornare a miglior consiglio. Levata la seduta, mi parve opportuno di vederli e di aramo­nirli seriamente sul loro trapasso, e quindi avertirli, che non erano venuti nell' Istituto per comandare ed imporre ai Superiori, ma per imparar ad ubbidire, e rispettare l'autorità; che bisognava poi soffrir qualche cosa, che la vita del Cristiano è vita di sofferenze; che Gesù Cristo stesso ha patito in questo mondo per poter entrare nella sua gloria; che se da giovani non apprendevano ad esser docili, e subordinati, più tardi, costituiti nelle parrocchie, sarebbero stati di mal esempio ai popoli; che non imparando ad ubbidire, non avrebbero saputo comandare, e cosi via via. Con queste massime di prudenza cristiana mi riusci a per­suaderli di differire la loro partenza, e di passare .intanto sotto la sorveglianza del prefetto del 4°. Corso; affinchè abbia tempo di csaminare i loro lagni, e reconoscere la parte del torto; e tutto cio coll'idea primiera di ridurli possibilmente alia ragione, ed alia calma. Ed infatti s'adattarono a questo provedimento, eccettuato il Baccotich che ai 2. cor., vedendosi compromesso più degli altri, sorti dali' Istituto senza mia saputa. Nei giorni successivi mi fecero arrivare uno scritto, da cui ho potuto rilevare, che il prefetto Matessan non sapeva nè guidare i giovani, nè procacciarsi il loro affetto, e la loro stima; e che d'altronde colle sue accuse, colle sue minaccie, e colle sue forme burbere, e villane li tormentava di continuo e li provocava a sdegno, finchè, dopo 8. mesi di sofferenza l'indusse a chiedere bruscamente dal Rettore la sua dimissione. Avrei bramato di poter in qualche modo secondare la loro premura; ma sapendo, che il Matessan era sostenuto da M r Arci­vescovo, e dal Rettore, non solo in faccia ai giovani, ma anche in faccia alio Spirituale, che in suo confronto riceveva dai Superiori spiacevoli rimarchi, ho stimato meglio di attenermi al protocollo di seduta 1. cor., e di lasciar poi che Sua E. Rema, al suo ritorno dalla visita, riasuma il fatto, e colla sua firma cacci dal Seminario 12. giovani in confronto di uno, più atto a guidar le peccore che la gioventù. Scorsi parecchi giorni, e precisamente ai 7. del cor. mese, ritornai al Seminario per sentire se erano quieti, e se dopo la

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