Buza Péter: I Ponti sul Danubio - La nostra Budapest (Budapest, 1992)
ai piedi un lumidno con la fiámmá sempre accesa, messag- gio del patrono dei naviganti e di tutti coloro ehe vivevano sull’acqua o dell’acqua. La sua festa era celebrata il 16 mag- gio, quando la statua veniva ornata di solito anche di una ghirlanda di fiori. II traffico sül ponté aveva regole ben precise. I cavalli potevano essere condotti attraverso il fiúmé solo legati, i carri potevano andare solo a passo d’uomo, era vietato fumare e l’uso della fiámmá scoperta. C’erano perö anche altri tipi di inconvenient! La riva oifriva un ingresso assai ripido, soprattutto nei periodi di acqua bassa e sül lato di Pest, dove i carri tratti da buoi spesso scivolavano. Quasi ogni stagione aveva il suo incidente grave. Anche l’apertura del ponté, due volte al giorno, era considera- ta un’operazione difficile, siccome le navi ehe passavano non poche volte trascinavano via una o due barche del ponté e quindi per diversi giorni il traffico rimaneva bloccato. Certe volte era il ghiaccio, arrivato prima del previsto, o 1’alluvione o anche una bufera a danneggiare la struttura. Agli inizi dell’Ottocento era ormai chiaro a tutti ehe questi problemi potevano essere risolti solamente con la costruzione di un ponté stabile in pietra. Naturalmente si avevano anche delle preoccupazioni e non poche. Comunque il pensiero acquista- va man mano spazio fra la gente e quando era arrivato, il periodo d’oro, chiamato l’epoca della riforma, l’idea del ponté stabile era giä sorretta da pilastri ben stabili. La discussione di cui fra poco parleremo trovö una soluzione. Quando, nel 1832, per la prima volta furono collocate le iscrizioni in ungheSul ponté a nave si riscotevano naturalmente dogane 13