Korniss Péter - Erdős Virág: Cortili - La nostra Budapest (Budapest, 1993)
Quella sera il camino prese il volo, e dal delo, come i confetti, nevicava la fuliggine. mi vedo ancora, con le braccia incrociate come una ciambella, in giacchetta verde da fanciulla, seduta nel cortile, sulla panca dai legni troncati, in qualche luogo nascosto dondola una pendola, fa silenzio, solo la stagnola frascheggia, una befana si getta per terra dal secondo piano, la maniglia bussa alia porta, e nel corridoio esterno la morte sta mangiando ciliegie cotte, alia pendola manca una battuta, e allora un grifone a due ruote, all'improwiso mi prende, mi toglie, mi porta in alto, assieme alia panca dai legni troncati, sento ancora come il nocdolo della ciliegia esplode sul granito del cortile, vedo ancora come la casa s’accoccola, allora chiudo gli occhi Accelera l’apparecchio, il nastro corre giü. e anche se la fine manca, e manca sempre, si puö ripetere anche cento volte, come quella sera il camino prese il volo, e dal cielo, come i confetti, nevicava la fuliggine, mentre con le braccia incrociate come una ciambella sedevo nel cortile, sulla panca dai legni troncati, la pendola dondolava, nel silenzio solo la stagnola ffascheggiava, e grifoni aleggiavano sopra la casa. Era la sera di Natale. Dal piatto di vetro la morte stava mangiando frutta cotta, mi vedo ancora, con i capelli verdi che volano sopra i tetti, nel vento. 34