Buza Péter: Sorgenti e Fontane - La nostra Budapest (Budapest, 1994)

tér. Con la scomparsa dalia scena della cittä di quelle decorazioni di fusione zincata, scomparve, sempre gra­zié alia seconda guerra mondiale, anche la Sió-kútja (Fontana di Sió) o come la chiamavano i contempora- nei, esagerando un po’: la Fontaine Lumineuse. Perché luminava di fatto. La sua luce fu l’attrazione vera e propria, non la composizione stessa, anche se la molti- tudine delle sue figure risultö una scena di masse sulla rocca alta scolpita in cemento. Sopra le donne, le ninfe e la fata del Sió. Piü in lä amoreggiando Kelén e Helka, nome della coppia d’amanti della storia scritta da An­drás Fáy. A sinistra s’awicina il mago del Balaton, Kamór. (Vince Wartha, il famoso chimico, era vicino al famoso artista e il mago gli assomiglia molto, Mátray stesso aveva riconosciuto l’assomiglianza del modello.) Intorno a Kamár pastorini con il flauto. Dietro altre ninfe, con sirene intorno. II disegnatore tecnico della fontana fu il re senza corona del genere di spettacolo di allora, il Viennese Marmorek. I giornalisti di allora dicono a suo tempo sull’opera ehe é senz’uguale nella scelta delle fontane del mondo. Mel 1931 il figlio di Mátray lo rinnova a spese della cittä, anno in cui appare l’intervista ehe rivela i dettagli e i segreti tecnici dello spettacolo. Sotto la terra c e una sala di comando a piani, zeppa di una serie di apparati elettrici e di tecnica acquatica. Lo spettacolo comincia alle nőve di sera in punto e dura un’ora (1), un gioco ballante vero e proprio di combina- zioni di onde bagnanti di luci a colori. Ogni momento n e programmato, come in un fuoco artificiale ben coreografato. Ma qui la materia dello spettacolo é l’ac- qua. Ancora nel 1940 una delle curiositä turistiche della capitale é la Sió-kút. Oggi non ne troviamo nessuna traccia, sopra l’enorme sala di comando c e il prato verde, sul quale prendono il sole i cittadini comuni di Pest. tin prodotto della moda di fontane della fine di seco- lo soprawisse piü fortunatamente le tempeste dei tem­pi : é ancora una curiositä, lo fotografano i turisti, si trova nel Quartiere del Castello, sul muro della Cappella cosiddetta Sigismondo, il quale sarebbe senza decoro e articolazione senza di esso. Appunto per questo, l’ar- chitetto restaurátoré del palazzo, Alajos Hauszmann 45

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