László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)
IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 3. Il problema del culto pagano
Vi erano città con le peculiari divinità che solo i propri cittadini erano obbligatori a venerare. Ogni pagano poteva venerare le divinità di altre città, ma questo non significava il trascurare le divinità della sua città. Ora chi non partecipava al culto ufficiale, era considerato come un traditore. Il cristianesimo aveva un altro concetto di Dio. Quindi il Dio cristiano non è il dio di una città, ma di tutte le città; è il Dio unico. Gli altri dei sono spuri e si deve eliminarli, perché non sono degni di venerazione. I pagani invece ehe praticano il loro culto, devono convertirsi a Dio cristiano. Il cristianesimo era tollerante verso le persone ma intollerante verso gli idoli e i luoghi di culto pagano. L'atteggiamento pagano è contrario, perché i pagani erano in- tolleranti verso le persone. Insomma i cristiani erano convinti che per essere cristiani era necessaria la fede di Cristo, e essere membri della nuova città, il regno di Dio, la Gerusalemme celeste, dove si accede- va per scelta e non per la nascita (come era nel giudaismo e nel pa- ganesimo); e bisognava rinascere attraverso il sacramento del battesi- mo146. Il culto pubblico fondava l'identità religiosa di ogni città. Le autorité politiche erano sacerdoti eletti a questo ufficio dalle autorité e dalle assemblée cittadine. Il loro sacerdozio non era un compito per tutta la vita, ma temporaneo e legato all'ufficio. Talvolta gli aspiranti ai sacerdozi pubblici facevano propaganda elettorale. Non esisteva una preparazione sacramentale specifica al sacerdozio, perché i sacerdoti non erano direttori di coscienza, ma dovevano apprendere solo le norme dei culto e osservarle con esattezza147. "Nei sacra pubblica gli atti cultuali erano pubblici, non nel senso che si svolgevano di fronte alla cittadinanza in luoghi aperti, ma perché erano sostenuti finanziamente dalla città e officiati da funzionari pubblici ed erano a vantaggio di tutto il popolo"148. Gli spettacoli, le gare atletiche nel teatro, nell'anfiteatro, nel circo e nello stadio fecero parte integrata del culto pubblico. I magistrati, sia imperiali ehe municipali, erano anche sacerdoti dei culto ufficiale nello stesso tempo. Per questo le autorité politiche erano obbligate ad organizzare e spesso anche a finanziare con soldi propri, questi spet146 A. Di Berardino, I cristiani e la città antica nell'evoliizione riel IV secolo, p. 213. 147 A. Di Berardino, I cristiani e la città antica nell’evoliizione del IV secolo, p. 216. 148 A. Di Berardino, I cristiani e la città antica nell'evoliizione del IV secolo, p. 215. 36