László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)
V. IL CONCILIO DI ELVIRA - 2. La dottrina del concilio di Elvira sulla vita pubblica e sull'idolatria
agli idoli. Dunque chi è soltanto spettatore di un sacrificio, commette pure il peccato dell'idolatria ("Quod si fecerit, pari crimine teneatur"). Comunque i padri dei concilio di Elvira hanno giudicato i casi dell'idolatria in modo diverso, perché nella loro concezione c'è di- stinzione tra le persone ehe avevano partecipato al culto pagano di- rettamente e le persone ehe erano soltanto spettatori dei sacrifici. Insomma, come mostrano i canoni 1 e 59, la punizione era propor- zionata alla gravita del peccato592. Non si puö dimenticare ehe tutti i templi romani furono costruiti sui colli delle città, perché la costru- zione dei templi fu una questione anche estetica. La partecipazione ai sacrifici dei Capitolium significo il riconoscimento dell'istituzione della dinastia, quindi si tratta di una questione di lealismo. Inoltre i padri conciliari condannano con questo canone i fondamenti ideolo- gici della tetrarchia e l'editto di Diocleziano ehe prescrive il sacrifico obbligatorio per tutti i cittadini. II canone non distingue tra battezzati e i catecumeni, perché si riferisce a tutti593. E molto interessante il canone 60, che tratta delle persone ehe erano uccise a causa della distruzione degli idoli. Essi non possono essere considerati martiri594 595. Secondo i padri conciliari la distruzione delle statue degli dèi non è lo strumento efficace per evitare 1'idola- tria dei cristiani. II riconoscimento di un cristiano come martire di- pende dalle circostanze. I padri dei concilio affermano ehe né il Vange- lo né la tradizione degli apostoli parlano di questo, quindi non è giu- sto593. Comunque non si tratta della condanna assoluta di quest'attivi- tà, poiché potevano esserci situazioni, quando la distruzione degli idoli era tollerabile. Per esempio se un cristiano era costretto a sacrificare agli dèi, ma lo rifiutava e piuttosto distruggeva gli idoli, in con- seguenza dei suo atteggiamento diventava martire596. Se un auriga oppure un pantomimo vogliono convertirsi al cri- stianesimo, non possono esercitare più i loro mestieri. In quei casi se continuano ad esercitare i loro mestieri precedenti, vengano scomu- nicati dalla Chiesa597. 592 Cfr. J. Gaudmet, Le concile d'Elvire, coll. 325. Ch. J. Hefele, Histoires des conciles I, p. 255. 593 E. Reichert, Die Canones der Synoden von Elvira, p. 180-182. 594 Canone 60 (Mansi II, 15). 595 Cfr. E. Reichert, Die Canones der Synoden von Elvira, p. 182-184. 596 Ch. J. Hefele, Histoires des condies I, p. 255. 597 Canone 62 (Mansi II, 16). 122