Folia Theologica 18. (2007)

Attila Puskás: Il rinnovamento dell'interpretazione trinitaria della creazione nella teologia odierna

LA CREAZIONE NELLA TEOLÓGIA ODIERNA 191 ne negando, in senso monistico, proprio questa differenza quando afferma che ogni essere differente, diverso e molteplice non è altro ehe l'apparenza dell'identità con TUno assoluto, divino e unica- mente essere reale.20 L'interpretazione offre cosi redenzione nella gnosi, nella contemplazione con gli occhi dell'Assoluto, comtem- plando il mondo delle differenze e dei contrasti. Camminando sulla via dell'apparenza l'uomo diventa nulla nei confronti del tutto uno divino. Dove si considera la diversité mera apparenza a causa dell'identità divina onnicomprensiva, si mette in questione anche la possibilità dell'amore. Se la particolarità, l'individualità, se l'Io stes- so viene inteso come pura apparenza, di cui si deve liberare, si pone la domanda sulla possibilità dell'amore di Dio verso di noi e del no­stro amore verso di Lui. Con lo scioglimento dell'Io nella realtà del tutto uno divino finisce infatti anche la possibilità dell'amore. L'amore esige la differenza reale, esige bessere differente per poter in fondo esistere.21 Un'altra parte delle religioni e delle filosofie interpreta la realtà e cerca la salvezza camminando sulla via della lotta tragica.22 Questa interpretazione prende sui serio l'esperienza originale ed esisten- ziale dei contrasti, delle opposizioni, delle lacerazioni dell'essere umano e dei mondo. Qui sarà costantemente reale e proprio vero la moltitudine, la diversité, la lotta tra i contrasti. L'atteggiamento reli­gioso puö aumentare questa visione dell'essere perfino al tragico. L'uomo deve sopportare la sofferenza esistenziale causata dal desti­no contradittorio opponendosi al sopravvento di un assoluto imma- ginato (una divinité, un fato), affinché l'uomo stesso risulti infine la realtà ultima, assoluta. Assumere la sorte tragica è questo che offre la vera profondità e la dignità divina all'esistenza umana. Con cio ehe l'uomo dice di sî all'essere contradittorio e affronta con corrag- gio la lacerazione della propria vita, pur non essendo capace di abo- lire i contrasti, sembra tuttavia ehe l'uomo riesce a prendere so­pravvento sulla lacerazione formandosi in sé stesso un punto di unità. Balthasar conta in questa categoria una parte degli atteggia- menti umani rappresentati nelle tragédie greche dell'antichità, le fi­20 Cfr. BALTHASAR, H. U. v., Pneuma und Institutione. Skizzen der Theologie IV, Einsiedeln 1974, 327; Klarstellungen, Freiburg 1971, 53. 21 Cfr. BALTHASAR, H. U. v., Das Ganze im Fragment, 75. 22 Cfr. BALTHASAR, H. U. v., Das Ganze im Fragment, 77-80.

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