Folia Theologica 14. (2003)

Attila Puskás: Argomento in favore dell'esistenza di Dio nella filosofia di Georg Scherer

ARGOMENTO IN FAVORE DELL'ESISTENZA DI DIO 101 Nell'essere riferito dell'uomo al senso si tratta di un defini­tivo (Endgültiges) che non puö essere posto in questione da nessun'altra cosa. II senso della mia esistenza puö ab- bracciare molti particolari momenti relativi, ma, in quanto totalità, non deve più essere relativizzata, se davvero deve trattarsi di senso30 31. Anche se io dico: questo è il senso della mia vita , gli altri posso- no trovarsene un altro e cosi spiego il mio senso come non valido generalmente per tutti, tuttavia lo riconosco per me pienamente ob- bligatorio. In questo è inclusa la domanda circa una misura incondi- zionata, per mezzo della quale l'esserci relativo e finito puö giunge- re ad una tale obbligatorietà32. Il senso al quale l'uomo è necessariamente riferito, deve essere valido assolutamente (schlechtin gültiger). Se esso è davvero senso, non è permesso ehe possa essere messo in questione. Scherer sotto- linea ehe si rende conto del senso definitivo (letztgültig) dell'esistenza in quanto postulato spesso solo di fronte alla morte o pensando alla morte. La morte ha la caratteristica di confrontare l'uomo con la totalità della sua esistenza in vista del senso di essa. «A quale scopo vivo? La mia vita ha un senso tale ehe non puö esse­re distrutto nemmeno dalla mia morte inevitabile?» Scherer elenca quattro risposte diverse alia domanda circa il senso definitivo della totalità della vita umana: a) Posso giungere alia convinzione ehe mi annienterö nella mor­te, e, dato che ogni contenuto di senso come tutte le cose ehe esisto- no è passeggiero, ne traggo la conclusione, che tutto in genere sia insensato. b) La seconda soluzione possibile è la ribellione contro la sorte assurda, perché il senso che credo di aver sperimentato nella mia vita , mi viene tolto attraverso l'assurdità della morte. 30 «Freiheit als Selbstbestimmung immer auf Gehalte verwiesen bleibt, ange­sichts derer und in Bezug auf die der Mensch sich selbst bestimmt. Steht es so, dann muß nach dem Gehalt gefragt werden, der dem Maß einer unbeding­ten Selbstbestimmung gemäß ist, also selber unbedingt sein muß. Solche Un­bedingtheit zeigt sich in der Verwiesenheit des Ich auf Sinn». SCHERER, Re­flexion - Meditation - Gebet, 30. 31 Ibidem, 30-31. 32 Ibidem, 31.

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