Folia Theologica 8. (1997)
Card. Pio Laghi: Discorso per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Istituto di Diritto Canonico dell'Universita Cattolica Péter Pázmány di Budapest
6 CARD. P. LAGHI 1. Il Diritto Canonico (DC) è necessario Ciö che occorre osservare in primo luogo è che il DC corrisponde in maniera necessaria alla realtà stessa della Chiesa. Già dal punto di vista storico, si rileva ehe, fin dalle origini, la comunità cristiana fu ben lontana dall’essere un gruppo informe. Contemporaneamente, essa non appariva corne il risultato di un accordo comune dei suoi membri. Si trattava, al contrario, della comunità del Signore, riunita nel Suo nome intorno all’Eucaristia. I suoi Capi furono gli Apostoli, che ricevettero da Cristo il potere di legare e sciogliere, di ammettere o escludere dalla comunità, di regolare il culto ed i diversi aspetti della vita comunitaria. Gli stessi Apostoli trasmisero i “mandata Domini”, operarono il dis- cernimento dei carismi, decisero le condizioni da porre per 1’ammissione dei Gentili, completarono le strutture con 1’istituzione di nuovi ministeri. In seno a tale comunità organizzata, sotto la guida di coloro che per questo avevano ricevuto una peculiare missione da Cristo, veniva nutrita e cresceva la vita cristiana dei fedeli. Su tale primitiva strutturazione si sono inseriti i successori dei collegio apostolico, i quali, nel corso dei secoli, hanno svolto un’opera di sviluppo e di completamento, adattando ed organizzando secondo i bisogni i servizi della comunità. Con questo, essi non hanno fatto altro ehe mantenere viva una Tradizione: ne hanno esplicitato ed articolato le varie componenti in funzione delle esigenze e delle caratteristiche proprie alie varie epoche, ma non hanno “cambiato” o “innovato” la sostanza. Si vede in tal modo come l’esistenza d’un DC si fondi sulla natura stessa della Chiesa, sui suo duplice ed inscindibile aspetto di Mistero e di Comunità organicamente e gerarchicamente strutturata. Infatti, è la Chiesa nella sua concreta realtà comunitaria ad essere Sacramento di salvezza. Di conseguenza, il Cristiano non puö ehe salvarsi “nella” e “mediante” la Comunità. Al riguardo, è di grande importanza quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma nella Costituzione dogmatica “Lumen Gentium”, n. 8: “Cristo unico Mediatore, ha costituito sulla terra e incessantemente sostenta la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità, quale organismo visible, attraverso il quale diffonde su tutti la verità e la